Mai più condannati candidati al Parlamento. E’ quanto prevede un provvedimento del ddl anticorruzione, in discussione nelle aule Commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato.
Se il provvedimento dovesse passare, il governo potrebbe accelerare sull’incandidabilità dei condannati al Parlamento, italiano ed europeo, ma anche a Regioni, Province e Comuni. Ed infatti tale norma è contenuta nel ddl , che assegna al governo la delega per legiferare sull’annosa questione delle liste pulite.
A premere per l’l’approvazione di tale provvedimento, i ministri Severino e Patroni Griffi – che in un colloquio telefonico col ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri- hanno chiesto che la norma venga stilata al più presto.
La legge delega contenuta nel ddl anticorruzione e approvata dall’Aula della Camera prevede che il governo adotti “entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge un decreto legislativo recante un testo unico della normativa in materia di incandidabilità alla carica di membro del Parlamento europeo, di deputato e di senatore della Repubblica, di incandidabilità alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali e di divieto di ricoprire le cariche di presidente e di componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, di presidente e di componente dei consigli e delle giunte delle unioni di comuni, di consigliere di amministrazione e di presidente delle aziende speciali”. Il giorno del via libera della Camera al ddl anticorruzione era stato approvato un ordine del giorno che impegnava il governo ad approvare “entro quattro mesi” la disciplina delle incandidabilità per i condannati per gravi reati con sentenza definitiva. Ma adesso la linea dell’esecutivo è fare in fretta, portarsi avanti e approvare le misure il prima possibile, così da renderle applicabili già
per il cambio di governo in seno alla Regione Lazio.