Rinviato lo sciopero dei giornalisti, indetto inizialmente per lunedì dalla Federazione Nazionale della Stampa. Ma il sindacato avverte: “E’ rinvito lo sciopero, ma non le proteste”. “Domani – continua- saranno considerate e comunicate le modalità esecutive di tutte le iniziative di protesta in campo sempre a partire da lunedì prossimo per un allarme democratico alto”.
“Rispettosi della vita istituzionale del Paese, per gli stessi principi di adesione al dettato della Costituzione messi a rischio da proposte di legge devastanti, che ci costringono alla più forte protesta perché aggrediscono il diritto dei cittadini alla verità dei fatti di interesse pubblico e all'autonomia dell'informazione – spiega la Federazione nazionale della stampa in una nota -, accogliamo l'appello alla riflessione che arriva dalla seconda carica dello Stato”
La Fnsi rivela, inoltre, che per la prima volta c’è un accordo totale sulle motivazioni dello sciopero, tra il sindacato in questione e la Federazione degli Editori. Ma il sostegno arriva anche dai comitati di redazione, dalle associazioni regionali di stampa e da migliaia di giornalisti, “ che rendono così possibile, precisa la Fnsi, una grande iniziativa comune per consentire a milioni di italiani di capire cosa sta accadendo, quale sia il senso di una battaglia civile per il diritto alle verità delle notizie, all'autonomia e al pluralismo dell'informazione". “Lo sciopero può, perciò, essere differito – conclude il sindacato- e nella giornata di domani saranno considerate e comunicate le modalità esecutive di tutte le iniziative di protesta in campo sempre a partire da lunedì prossimo per un allarme democratico alto”.
Ad invitare alla riflessione la Federazione Nazionale dei Giornalisti, il presidente del Senato Il Renato Schifani, il quale “aveva auspicato fortemente che questa iniziativa potesse essere differita all'esito del voto finale dell'Aula di Palazzo Madama sul ddl relativo alla diffamazione”. Voto che arriverà nella giornata di lunedì. “L'eventuale rinvio della protesta – aveva aggiunto Schifani – potrà consentire alle organizzazioni sindacali una valutazione complessiva del testo esitato dal Senato, destinato, tra l'altro, a successiva valutazione da parte della Camera dei deputati". "Tutto ciò – conclude il Presidente del Senato – costituirebbe garanzia di quel clima di coesione sociale di cui l'Italia ha bisogno”.