“L’approvazione del ddl Nordio rappresenta una svolta storica con la quale si pone un argine alle distorsioni del sistema giudiziario che per troppi anni hanno inquinato la vita del Paese, dei cittadini e delle istituzioni, introducendo principi basilari di civiltà giuridica. Come Forza Italia siamo orgogliosi di questo traguardo e continueremo a batterci per varare le riforme sulla giustizia, con l’obiettivo di garantire finalmente il diritto al giusto processo”. Lo scrive il deputato di Forza Italia e Sottosegretario di Stato al Mit, Tullio Ferrante. “Con l’abolizione del reato di abuso d’ufficio si rimuove un macigno che ha pesato sulle spalle degli amministratori, quella paura della firma – aggiunge – che ha bloccato l’attività della Pa e la realizzazione delle opere. La stretta sulle intercettazioni mette poi un freno alle derive della gogna mediatica, garantendo i diritti dei cittadini e delle persone terze estranee alle indagini. Anche le norme che intervengono sul ricorso alla custodia cautelare e sull’appellabilità delle sentenze di assoluzione vanno nella giusta direzione, introducendo tutele fondamentali e contribuendo a snellire il sistema giudiziario. Ora – conclude Ferrante – andremo avanti lungo questo percorso di riforme, ispirate alle idee e ai principi del nostro Presidente Silvio Berlusconi, per una giustizia sempre più giusta e un Paese più moderno ed efficiente”.
L’altro testo targato FI ha gia’ incassato il primo ok del Senato e deve essere esaminato dalla Camera. Ha al centro il tema del sequestro di smartphone e dispositivi digitali: si inserisce nel codice di procedura penale l’articolo 254-bis in cui si dispone che l’autorita’ giudiziaria possa procedere al sequestro mediante decreto motivato che indichi espressamente: a) le ragioni che rendono necessario il sequestro in relazione al nesso di pertinenza fra il bene appreso e l’oggetto delle indagini; b) le operazioni tecniche da svolgere sul bene appreso e criteri che verranno utilizzati per selezionare, nel rispetto del principio di proporzione, i soli dati effettivamente necessari per il prosieguo delle indagini. Nel caso in cui vi sia pericolo che il contenuto dei dispositivi possa essere cancellato, alterato o modificato, l’autorita’ giudiziaria adotta le misure tecniche e impartisce le prescrizioni necessarie ad assicurarne la conservazione e a impedirne a chiunque l’analisi e l’esame fino all’espletamento, in contraddittorio con gli interessati, delle operazioni di selezione dei dati”.
Infine, gli azzurri spingono per un esame veloce del testo che mira a porre un limite base di 45 giorni alla proroga delle intercettazioni, fatta eccezione per i reati di mafia e terrorismo. Il testo e’ gia’ stato licenziato dalla commissione Giustizia di palazzo Madama e ora dovra’ essere calendarizzato in Aula. Proprio il capogruppo azzurro ieri ha spiegato di aver chiesto un’accelerazione. In sostanza, il ddl modifica l’articolo 267 del codice di procedura penale e vieta le intercettazioni oltre la durata di 45 giorni. Al momento, invece, le intercettazioni sono prorogabili senza limiti dal gip su richiesta del pm.