Ddl Sanità: Ok della Camera, ora testo va al Senato. Balduzzi: “Soddisfatto per ampio consenso”

 La Camera dice sì al ddl Sanità. Il testo è stato  approvato con  269 voti favorevoli,  65 contrari e  29 astenuti. A favore del provvedimento hanno votato Pdl, Pd e Terzo Polo, contro Lega e Italia dei valori. I Radicali del Pd si sono astenuti. Ora il provvedimento passa all’esame del Senato.

 

 

Paolo Fontanelli: “Resta problema tagli”. “Sul decreto presentato dal ministro Balduzzi diamo un giudizio complessivamente positivo benché ci siano dei punti di debolezza che rendono difficilmente applicabili alcune parti, a partire dalla riforma del lavoro dei medici di famiglia. Ma va riconosciuta l`intenzione del ministro di rilanciare il sistema sanitario pubblico”. E’ quanto ha affermato Paolo Fontanelli, deputato del Pd, intervenendo alla Camera durante il dibattito sul voto di fiducia al decreto sanità. “Resta il grave problema dei nuovi tagli previsti nella legge di stabilità che andrebbero ad incidere su un settore già messo a dura prova dai 21 miliardi di riduzione del fondo sanitario degli ultimi tre anni. Non si possono nascondere le grandi difficoltà che vive la nostra sanità, l`aspro e difficile rapporto con le regioni, il malessere che attraversa l`insieme del mondo sanitario, dai medici che il 27 ottobre scenderanno in piazza, ai cittadini che fanno i conti con la riduzione dei servizi. I tagli lineari si rivelano sbagliati. Siamo arrivati a un serio punto critico nella tenuta del SSN, per la sua capacità di garantire le prestazioni e per la sua credibilità. Siamo seriamente preoccupati. Ora è necessario chiamare ad un concorso di responsabilità tutti gli attori e dire basta ai corporativismi e agli interessi di pochi. Dobbiamo riuscire a fare prevalere l`interesse nazionale perché la tutela della salute deve essere salvaguardata e garantita a tutti”.

 

Balduzzi: “Soddisfatto per ampio consenso”. Soddisfatto il ministro  Balduzzi per il risultato raggiunto alla Camera: “Il fatto che il ddl sia passato con una  con una larga maggioranza”, sottolinea il ministro, è il segno che “è stato apprezzato il lavoro fatto dal ministero e dalla commissione”. L’impianto del testo, ribadisce, “è rimasto quello del testo originale arricchito e migliorato”. “Il filo rosso del provvedimento, ricorda, è quello di legare la tutela della salute allo sviluppo del Paese e per la prima volta si afferma in modo così chiaro che la salute non è una spesa ma serve alla vita delle persone e collettiva”. “Le risorse, ammette il ministro rispondendo a una delle critiche ricorrenti, sono poche, ma è  la condizione di questo periodo. Ma le regole servono proprio a rendere il sistema più sostenibile con risorse limitate”. Peraltro, “alcune norme non costano mentre altre, ad esempio quelle sulla responsabilità del medico che cercano di arginare il fenomeno della medicina difensiva se funzionano porteranno dei risparmi. In ogni caso, ad esempio sulle cure primarie, bisogna legare la spending review al decreto. Se le Regioni sapranno fare una ristrutturazione incisiva della rete ospedaliera possono riuscire a fare risparmi e a trasferire risorse”.

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