Il termine per la presentazione delle modifiche al testo scade il 20 luglio, intanto, il Pd continua a tenere il punto: nessun cambiamento al testo. “In questo momento non ci sono le condizioni per un accordo, le proposte del centrodestra sono totalmente irricevibili”, ha spiegato Franco Mirabelli. Non così un altro Dem, Andrea Marcucci: “I numeri parlano chiaro. Andare avanti con il muro contro muro rischia di favorire soltanto chi non vuole la legge”. Masini (Forza Italia): “Mia madre mi disse: ‘Ho paura per te'” Tra gli interventi di oggi, quello della senatrice di Forza Italia, Barbara Masini – che di recente ha fatto coming out e ha detto di essere favorevole al disegno di legge Zan, pur con alcune riserve. Commossa, ha detto: “Quando capì di me mia madre disse: ‘Ho paura per te’. Tutti i genitori hanno paura per i loro figli, ma non tutti sono costretti ad avere paura per una società immatura che ritiene che tuo figlio o tua figlia possa o debba essere un soggetto più vulnerabile per quello che è. A tutti voi auguro di poter guardare negli occhi i vostri cari e anche quelli che un domani saranno diversi dai vostri desideri e potergli dire: ‘Io ti ho protetto dalla paura’. Ringrazio la mia capogruppo Annamaria Bernini, i miei colleghi e tutto il mio partito Forza Italia per il rispetto che mi ha sempre dimostrato”. In particolare, sulla proposta ha spiegato: “La maggioranza degli italiani si dice favorevole a questa legge anche così com’è, pur con tutte le criticità alcune oggettive, e fra questi ci sono anche elettori di centrodestra. Per il mio partito si parla del 48% di favorevoli, saranno di più o di meno ma il punto è rispondere a chi crede che una posizione come la mia non sia in linea con un certo elettorato e invece lo è”. E ha aggiunto: “Rivendico in Forza Italia un atteggiamento costruttivo e penso che ci si debba provare fino all’ultimo per arrivare a un percorso più condiviso, limando alcune vaghezze, senza atteggiamenti di chiusura e forzature che non fanno bene ai diritti né alla democrazia”, ricordando che “giunti a questo punto, sarebbe una grande sconfitta di vedere ancora una volta un disegno di legge che in 25 anni, tutte le volte che si è tentato un iter legislativo, non l’ha mai terminato affossato nei due rami del Parlamento”.
Al Senato i numeri traballano e così proprio chi oggi sostine il ddl Zan rischia di diventare autore del suo affossamento. Si rischia grosso, soprattutto se si dovesse procedere con il voto segreto. La fragilità aritmetica è stata confermata: Palazzo Madama ha bocciato le questioni sospensive presentate da Forza Italia e Lega sul ddl Zan. Il che vuol dire che è stato detto no a chi chiedevano di sospendere l’esame in Aula. Anche se per un solo voto. La votazione nominale con scrutinio elettronico si è conclusa con 135 voti favorevoli, 136 contrari e nessun astenuto. Subito dopo si è aperta la discussione generale sul provvedimento.
“Si prenda il tempo necessario per fugare i dubbi” sul ddl, “15 giorni non sono le calende greche, riportiamo il testo in Commissione”. Questa la richiesta di Massimiliano Romeo, presidente del gruppo Lega al Senato. “Perché se il tema è ‘o così o morte’, come è stato come un po’ di tempo fa quando si diceva ‘o Conte o morte’; ricordatevi come è andata a finire”, concludeva Romeo.
Il dibattito è proseguito: “E’ vero che avete evitato che la nostra discriminante di costituzionalità passasse; pensateci per il voto che avremo tra poco”. Questo l’appello di Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato. “
“Alla prima prova sul ddl Zan la sinistra dimostra di non avere i numeri. E’ ormai chiaro che non ci sono i numeri. Da tempo Fratelli d’Italia chiede che questo ddl sia messo da parte. Ora dinanzi a questi numeri la sinistra rifletta: la smetta con le bandierine ideologiche e ritiri questo disegno di legge pericoloso e liberticida”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato Luca Ciriani.
Ddl Zan, è ancora Ciampolillo time purtroppo. Il senatore infierisce sulla sospensiva: mozione bocciata per un solo voto di scarto al fotofinish: il suo. Incredibile ma vero, anche sul Ddl Zan è di nuovo Ciampolillo time. È ancora il senatore del Gruppo Misto, ex Cinquestelle, Alfonso Ciampolillo, detto Lello, l’uomo dell’ultimo minuto utile e del voto in extremis utile alle sinistre a far spostare l’ago della bilancia in loro favore. Perché ancora una volta è lui a decidere in zona Cesarini il risultato della partita, beffando andamento e votazioni con l’unico voto utilitaristico che sposta dibattito, procedura ed esiti della discussione in Aula.
Stavolta non si decidono le sorti di un governo. Ma l’iter, il destino e i tempi del Ddl Zan, salvo per un soffio. Salvo per un voto: quello di Ciampolillo. «Ho salvato il ddl Zan? Pare proprio che sia così», ammette infatti il senatore indiziato per aver deciso all’ultimo momento di votare in Aula, fermando la sospensiva sul disegno di legge sulla omofobia, richiesta avanzata dal centrodestra. Non proprio un salvatore della patria, insomma. E neppure un capitano coraggioso in azione che prova a guidare le sorti di un vascello ammutinato come era quello del Conte bis. Ma decisamente un giocatore che al tavolo da gioco, e nella mano decisiva, opera lo scarto dirimente.
E che, nel caso del voto sul Ddl Zan, assottiglia la differenza tra i favorevoli e contrari: quando dai 12 di martedì si è passati a un disavanzo di un solo senatore sulla mozione sospensiva. Ma se alla fine l’Aula non ha approvato la sospensiva al Ddl presentata da Lega e Forza Italia per un solo voto di scarto (i contrari alla sospensiva sono stati 136, a favore in 135), con nessun astenuto, lo si deve proprio al senatore barese. Un parlamentare non nuovo a blitz dell’ultima ora, quando tutto si gioca su un voto in Aula.
Un senatore che oggi, al suo personale palmares in materia di voti di scarto all’ultimo minuto, può aggiungere anche il “primato” odierno sul Ddl Zan. Che insieme al precedente del voto pro-Conte al moviolone della sera del 19 gennaio scorso, quando sarà proprio quello dell’ex grillino l’ultimo voto di fiducia al governo Conte II, fanno di Ciampolillo il parlamentare last minute.
Giuseppe Conte, intercettato dai giornalisti a un evento sul vino a Roma, svicola dalle domande a proposito del disegno di legge contro l’omofobia.
“Il Ddl Zan va approvato così com’è o servono modifiche?”, “In molti hanno fatto notare che lei non si è ancora espresso”, “Da capo politico ci dirà qual è la sua opinione”: lo incalzano i cronisti. L’ex premier si limita ad augurare loro “buon lavoro”, prima di allontanarsi.
Il video che ha ripreso la scena, è stato postato sui social da Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva. Il senatore poco prima dell’episodio si era lamentato con i giornalisti delle reticenza di Conte sul disegno di legge: “Noi abbiamo votato l’incardinamento in Aula del ddl Zan: oggi è in Aula grazie a noi. Avete costruito dei film incredibili sull’atteggiamento di Italia viva ma non c’è un giornalista che abbia chiesto a Giuseppe Conte, a Beppe Grillo, a Luigi Di Maio cosa voterebbero sul ddl Zan. Io non ho sentito nessuno di loro esprimersi: Conte ha parlato di Bonafede e della prescrizione, di ddl Zan no. Quando diciamo che possono mancare i numeri, è anche perché il M5s non si è espresso sul ddl Zan”.