De bello politico

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo ricevuto da James Hansen:

Il De bello gallico è la famosa opera di Giulio Cesare, ”Sulla guerra gallica’, ma le guerre non sono solo territoriali. Verso la fine della sua disgraziata presidenza, Donald Trump – allo scopo di “Make American Architecture Great Again” – ha lanciato un attacco contro le forme dominanti dell’architettura degli uffici pubblici statunitensi. La sua aggressione è culminata nella firma di un Executive Order – una sorta di “Decreto Presidenziale” – il 18 dicembre dell’anno scorso creando l’obbligo per le nuove costruzioni del Governo Usa di essere “belle” e idealmente in stile “classico” sul modello di edifici come il Campidoglio e la stessa Casa Bianca.

Siccome l’Electoral College aveva già ufficialmente omologato l’elezione alla presidenza di Joe Biden pochi giorni prima, la mossa era un gesto effettivamente vuoto, puro teatro. Trump voleva – una sua specialità – rompere le scatole… Ad ogni modo, il 24 febbraio il Presidente Biden ha formalmente abrogato l’ordine presidenziale 13967 dal titolo “Promoting Beautiful Federal Civic Architecture”.

In sé, l’episodio non è stato particolarmente importante, se non forse per la sottolineatura di quanto sia inutile tentare di definire la bellezza tramite un decreto governativo – da qualunque parte politica arrivi. Nelle sue prime versioni l’ordine di Trump infatti era farcito di divieti a stili specifici, come per esempio la messa al bando di quello “brutalista”. Nella sua forma finale il documento rinunciava a tanta specificità, dilungandosi invece su come “l’élite architettonica” imponesse palazzi “brutti” alla cittadinanza Usa.

Il decreto, cioè, era semplicemente uno sfogo, se non altro per la pratica impossibilità di definire i gusti tramite un linguaggio burocratico. C’è però un problema. Indipendentemente dall’estetica “personale” di Donald Trump, l’architettura delle costruzioni civiche del Governo Federale Usa non brilla da tempo per la bellezza e la “maestosità”.

I burocrati – un po’ ovunque – sono avversi ai rischi e pertanto conservatori dal punto di vista del “bello”. Sfortunatamente nel caso americano, il loro conservatorismo è effettivamente spesso fermo al brutalismo, che almeno offre la virtù di apparire “efficiente” per quanto ormai non necessariamente “moderno”. I gusti del pubblico si sono invece evoluti e gli americani spesso non amano i loro palazzi pubblici: gelidi, scomodi e senza grazia. Trump non sapeva governare, ma era una meraviglia nel mettere zizzania.

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