Carlo De Benedetti durante la trasmissione televisiva ''Otto e mezzo'' in onda su La7, Roma, 17 gennaio 2018. ANSA/ETTORE FERRARI

De Benedetti: “Domani non sarà un giornale-partito”

«Non saremo un giornale-partito e cercheremo di spiegare la politica ai lettori, con serenità senza ricorrere alla rissa». Così l’editore Carlo De Benedetti, ospite di “Cosa Sarà”, kermesse online della rassegna culturale Pensavo Peccioli, ha presentato il suo nuovo quotidiano che inizierà le pubblicazioni a settembre.
«Il nome Domani mi piaceva molto – ha osservato De Benedetti – perché in genere la nostra attenzione è più rivolta a ieri che a domani, l’oggi lo stiamo consumando in questo momento e quindi ho pensato che Domani fosse un nome semplice, ma anche indicativo di cosa vogliamo dare ai nostri lettori, aiutandoli a capire il futuro». E poi sulla linea editoriale ha concluso: «A noi la politica interessa moltissimo, ma non la rissa politica. La gente non vuole la rissa e io penso che trattando la politica in maniera piana e serena. Noi non saremo un partito».
«Ho deciso di buttarmi a 85 anni in questa avventura – ha spiegato De Benedetti – perché ho sentito la necessità di una voce realmente riformatrice, soprattutto dopo che Repubblica ha smesso di essere quella che era».
«Saremo – ha aggiunto l’editore – principalmente un sito internet, ma anche un giornale, perché vogliamo la nobiltà della carta. E ho voluto una squadra che fosse costituita da persone nate due generazioni dopo di me.

Stefano Feltri (Modena, 7 settembre 1984)

Il direttore Stefano Feltri è giovane, preparato e soprattutto è uno che ragiona e non grida. Ecco, voglio creare un’atmosfera di fiducia e simpatia e voglio che direttore e giornalisti accompagnino i lettori nel loro tragitto e credo che sia più facile che lo facciano i giovani piuttosto che le persone mature».
Infine, parlando del direttore che ha scelto per guidare la nuova testata, De Benedetti ha concluso: «Mi è piaciuto perché nonostante fosse già un giornalista di successo, anche se molto giovane, ha staccato tutto ed è andato a fare un master a Chicago per continuare a studiare e imparare e ora ha avuto il desiderio di tornare in Italia per restituire al suo Paese ciò che ha imparato».

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