La mossa di De Luca di anticipare il governo e stringere un accordo di fornitura per il vaccino anti-Covid Sputnik V ha fatto storcere il naso, in primis, al presidente del Consiglio Mario Draghi. Alla notizia della firma del contratto da parte dell’azienda sanitaria campana Soresa, riporta Repubblica, il premier ha ricordato che sul preparato russo si attende l’approvazione dell’Ema. Ma la risposta di De Luca non si è fatta attendere.
L’accordo firmato dalla Campania con la società “Human vaccine”, che fa riferimento al fondo di investimento russo incaricato di commercializzare all’estero lo Sputnik V, rimane subordinato all’approvazione dell’Agenzia europea del farmaco e dell’Aifa.
L’iniziativa del governatore De Luca ha costretto però il presidente Draghi a mettere le cose in chiaro: “Mi riservo di esaminare la parte giuridica di questi ultimi contratti – ha avvertito il premier – ma ricordo che qui c’è in gioco la salute, la vita e la morte degli individui. Dobbiamo sempre cercare il coordinamento europeo, cercare di rafforzarlo. Poi se non si vede una soluzione, è chiaro che dovremo cercare altre strade. Starei attento a fare questi contratti“.
Il governatore campano però non ci ripensa e anzi replica alla presa di posizione del presidente del Consiglio: “Mi auguro che il governo, anziché raccontare numeri a vanvera, si impegni affinché l’Alfa verifichi i vaccini Sputnik in tempi rapidi, non nell’arco di mesi” ha detto Vincenzo De Luca all’inaugurazione del centro di vaccinazione pubblico-privati per pazienti in dialisi a Camposano (Napoli), rispondendo alla domanda di un giornalista.
“Non siamo nell’ordinaria amministrazione, ma in guerra – ha poi spiegato come riporta Repubblica – e poiché sono vaccini già somministrati a milioni di cittadini, si può tranquillamente testarne l’efficacia in un mese, non in 6. È quello che chiediamo a Governo e Aifa”.
“Se avremo la disponibilità aggiuntiva di vaccini pensiamo di procedere per categorie economiche” ha aggiunto infine De Luca.
Il vaccino russo Sputnik V è al centro di un dibattito che vede da un lato coloro che credono sia un’importante risorsa da mettere in campo nella campagna vaccinale in Italia, e dall’altro chi mantiene una linea di cautela. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha affermato che non conta la provenienza di un vaccino, conta soltanto la sua sicurezza e la sua efficacia e sono le agenzie regolatorie a stabilire il via libera.
Altrettanto interessato è il dott. Massimo Galli, ospite di “Accordi&Disaccordi”, il talk condotto da Luca Sommi e Andrea Scanzi, che si è espresso sul tema: “Io penso che il vaccino russo sia estremamente interessante, potenzialmente molto utile, stimolante anche dal punto di vista scientifico, ma devono ancora arrivare tutti i dati”.
Sarebbe questo, quindi, il motivo per cui le agenzie regolatorie in Europa sono ancora piuttosto scettiche sullo Sputnik, anche se Eric Mamer, portavoce della Commissione Ue, ha precisato che “la porta non è chiusa per sempre, dipenderà dalle circostanze”.
Sul perché lo Sputnik si possa somministrare a San Marino, Galli ha risposto: “San Marino non segue determinate regole che tutti quanti abbiamo accettato e voluto per garanzia, affidando all’Ema determinati compiti, tra cui quello di verificare una serie di documenti che in larga misura non sono stati prodotti”.
Intanto, a San Marino la campagna vaccinale con lo Sputnik è già iniziata: il piccolo centro ha infatti ricevuto a febbraio le prime dosi del vaccino russo, mentre a marzo sono arrivate anche quelle di Pfizer. Al 24 marzo, le persone che hanno ricevuto a San Marino almeno una dose erano 9.084. Si sono aperte, intanto, le prenotazioni anche per i sedicenni, che riceveranno però il preparato di Pfizer in quanto lo Sputnik è raccomandato dai 18 anni in su.