Una crisi energetica, quella che il mondo sta vivendo da qualche anno, che può mettere in crisi anche le realtà produttive dei paesi industrializzati. In Italia, che per le risorse energetiche deve fare affidamento su altri Paesi, a risentirne sono tutti i settori produttivi, dal manifatturiero alla chimica, passando per l’industria della carta, della produzione di cemento, vetro, e altri prodotti per i quali l’Italia primeggia nel mondo. Molte aziende, visti i costi energetici elevatissimi, si vedono costrette a interrompere la produzione nelle fasce orarie in cui l’energia costa di più. L’impatto negativo sulla crescita economica è inevitabile, perché se i rincari fossero completamente scaricati sui clienti, si otterrebbe come risultato un’ennesima frenata nei consumi. E il ciclo ricomincerebbe, andando a intaccare perfino i benefici del Pnrr.
“Questa forte impennata dei costi energetici è dovuta per la maggior parte a una speculazione derivante dall’avvio della necessaria transizione energetica” spiega Domenico De Rosa, amministratore delegato di SMET Group, che aggiunge: “Nell’ultimo anno la speculazione sul prezzo dei carburanti ha riguardato soprattutto il gas metano liquido, protagonista della prima fase della transizione energetica dal carburante tradizionale all’alternativa sostenibile. Il rincaro dei prezzi del carburante pone in serio rischio i progetti di transizione “green” di molte aziende, che hanno già operato investimenti consistenti, e che oggi sono costrette a fronteggiare un aumento spropositato dei prezzi che in molti casi supera il 100% in un anno, rischiando di compromettere l’intero percorso di transizione energetica”.
È bene sottolineare, però che l’attuale crisi energetica, con tutto l’aumento spropositato dei costi dell’energia, è proprio dovuta al processo di transizione, come spiega De Rosa: “Questo processo, che attualmente è ancora in fase di gestazione, è causato da una speculazione dovuta all’avvio di questa necessaria transizione energetica. Il risultato è che si sta generando un’inflazione che, se non adeguatamente contrastata con apposite misure, rischia di essere la causa concreta e scatenante di una contrazione dei consumi in un futuro non tanto lontano. La stagflazione, ovvero la combinazione tra stagnazione e inflazione, è quindi dietro l’angolo, e si accompagnerà a una riduzione della crescita del nostro Paese, con un forte incremento dei prezzi dei prodotti”.
Oggi, mercoledì 19 gennaio intanto è previsto un tavolo di confronto con le imprese indetto dal ministro Giancarlo Giorgetti del Ministero dello Sviluppo Economico: “I singoli Paesi dovrebbero vigilare e guidare queste fasi di passaggio epocali ed impegnarsi a scongiurare fenomeni come quelli a cui abbiamo solo iniziato ad assistere nell’ultimi mesi – suggerisce De Rosa – Dall’incontro col ministro Giorgetti ci aspettiamo molto. Se queste misure non saranno prese nell’arco di poco tempo, dovremo fare i conti con un lungo periodo di stagflazione con bassa crescita o recessione in combinato disposto con un’alta inflazione”.