Si allarga sempre di più il buco del debito pubblico italiano. Nell’ultimo anno è cresciuto di 71 miliardi di euro ad un ritmo impressionante: da gennaio 2018 a gennaio 2019 è aumentato ad una cadenza di 6 miliardi al mese. I numeri sono stati messi nero su bianco da Unimpresa sulla base dei dati di Bankitalia
Negli ultimi dodici mesi, il debito pubblico è raddoppiato passando da circa 2,93 miliardi al mese registrato tra gennaio 2018 e gennaio 2017 a 5,92 miliardi al mese registrato nei 12 mesi successivi. Più del doppio ogni trenta giorni. Così se a gennaio 2017 il debito pubblico si attestava a quota 2.251,4 miliardi, trecentosessantacinque giorni dopo è salito di 71,02 miliardi (+1,56%) arrivando a 2.286,9 miliardi. A gennaio 2019 invece è aumentato di ulteriori 71,02 miliardi (+3,10%) arrivando a 2.358,1 miliardi.
Numeri impressionanti che condizionano tutta l’economia italiana e all’orizzonte non si intravede nulla di buono. Lo dimostrano i report delle istituzioni internazionali e della agenzie di rating: l’Italia nel 2019 avrà una crescita sempre più vicina allo zero.
Per il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci, le colpe derivano dalle scelte politiche ed economiche dell’attuale governo guidato dal premier Giuseppe Conte.
“Cresce il debito e rallenta l’economia: vuol dire che le scelte del governo di Giuseppe Conte e in parte di quello precedente guidato da Paolo Gentiloni non sono efficaci. Si spende di più a danni delle finanze pubbliche, ma i benefici non vengono trasmessi alla cosiddetta economia reale. L’analisi del debito ci consente di giudicare le scelte di politica economica, di capire come ci valutano gli investitori stranieri e di valutare il futuro: la sensazione è che si punti a ottenere consenso a breve termine e si stiano sacrificando misure di lungo respiro” dice Pucci. Insomma, una manovra correttiva per aggiustare solo i conti dell’ultima manovra finanziaria sembra essere obbligatoria. Ma questa eventualità viene smentita dal premier Conte in una intervista rilasciata al quotidiano La Stampa. “Di sicuro non ci sarà una manovra correttiva. Punteremo su misure per la crescita e sullo sblocca cantieri. Dobbiamo solo accelerare. Spingere sulle misure che favoriscono la crescita”, dice Giuseppe Conte. E spiega. “Queste misure saranno anticipate con due decreti legge,mentre le varie leggi delega e i collegati decreti legislativi attueranno la più consistente rivoluzione riformatrice mai concepita dal Dopoguerra ad oggi. Il Paese non può più attendere”. Ma su tutto gravano i continui distinguo e litigi tra Lega e M5S: se i due partiti che sostengono la maggioranza dell’esecutivo Conte vogliono aspettare l’esito delle elezioni europee per decidere le sorti del governo bloccando, di fatto, ogni intervento serio e strutturale per il rilancio dell’economia italiana l’Italia rischia di sprofondare ancora di più.