Il debito pubblico italiano ha mostrato un segno di rallentamento nella sua corsa verso nuovi record. A novembre 2023, si è registrata una diminuzione di 12,6 miliardi di euro rispetto al mese precedente, attestandosi a 2.855 miliardi di euro. Questo calo interrompe una tendenza di crescita che ha caratterizzato gran parte dell’anno.
La Banca d’Italia ha rilevato che il debito delle Amministrazioni pubbliche è sceso a novembre, riflettendo una riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro e un piccolo avanzo di cassa delle Amministrazioni. Il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è diminuito di 12,6 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali e degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.
Il debito pubblico italiano ha raggiunto nuovi massimi nel 2023, con un picco a ottobre di circa 2.868 miliardi di euro. Come spiega Bankitalia, questo calo “ha operato l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (complessivamente 1,1 miliardi)”.
Cosa aspettarsi dal 2024
Nonostante il calo di novembre, gli analisti rimangono cauti sulle prospettive future. Un report di Goldman Sachs sulla zona euro, ha evidenziato che – sebbene non si prevedano rischi immediati sul debito pubblico italiano per il 2024 – il panorama fiscale dell’Italia rimane complesso a causa dell’elevato debito.
Si prevede che il rapporto debito/PIL si muova lateralmente intorno al 140% nei prossimi anni, delineando un percorso fiscale ristretto. Secondo le analisi, nel 2024 è prevista una discesa sino a fine anno in una zona compresa tra 2.832 e 2.852 miliardi.
“In termini assoluti il debito continuerà a crescere con una dinamica accentuata che ci porterà, secondo le stime del Governo riportate nella NaDEF, a sfiorare i 3.000 miliardi il prossimo anno, per poi superare stabilmente questa soglia dal 2025“, sottolineava Mazziero Research ad ottobre scorso.
La gestione del debito è un tema centrale per la sostenibilità finanziaria del paese, con creditori sia nazionali che internazionali che includono individui, imprese, banche e stati esteri. Un tema che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha definito di recente come “la zavorra di questo paese che toglie ossigeno a ogni politica volta allo sviluppo e alla crescita”.