Puntare sui giovani per assicurare al Paese un adeguato futuro. E’ questo in sostanza il messaggio lanciato da Enrico Letta, nel corso di un intervento a Brookings Institution, parlando delle ‘sfide per l’Europa all’indomani dell’eurocrisi’. Per il premier italiano “un paese che non ha una nuova generazione al timone è un paese senza speranza”.
Il presidente del Consiglio italiano ha poi fatto riferimento al fenomeno della ‘fuga dei cervelli’, costatando come tanti giovani italiani siano stati costretti ad andarsene ma questo, a suo avviso, “non può esser la sola soluzione: anche in Italia – ha osservato – ci può essere un cambio generazionale”.
Ancora in merito alla crescita, ha dichiarato che per favorirla, è necessario tenere sotto controllo il debito pubblico. . Per questo, il vincolo dell’Europa non può che far bene all’Italia. “Per l’Italia – si augura Letta – mai più debito”. E, ancora: ”Dirò qualcosa di impopolare – ha aggiunto – ma prima di Maastricht, l’Italia (per quello che riguarda il debito) era un disastro”.
Nel caso italiano, insomma, secondo il premier una politica del rigore ben calibrata è indispensabile: “senza tassi d’interesse bassi il nostro debito sarebbe insostenibile”. E bassi tassi d’interesse sono possibili solo se c’è stabilità che è anche – ripete più volte – la premessa indispensabile per crescere. Nessun commento però sulle tensioni scaturite nella maggioranza riguardo alla legge di stabilità. Il premier si limita a far notare che c’è una bella differenza tra pagare il 3% o il 6% d’interessi sul debito. Lo scarto vale circa 30 miliardi di euro e, a detta del Premier, “permetterebbe di abbassare le tasse e combattere la disoccupazione”.
In Italia intanto, evidenzia ancora il Premier, i tassi sono arrivati ai livelli più bassi degli ultimi due anni e questi sono “ottimi risultati”. Cioè “fatti e non parole, e sono i fatti a contare” dice, rispedendo velatamente al mittente le critiche sulla manovra. Parole che gli fanno incassare il sostegno della Casa Bianca, una carica in più per affrontare i problemi del Paese.