Debora Serracchiani è stata eletta capogruppo del Pd alla Camera. I votanti sono stati 93; 90 voti sono andati alle due candidate in corsa: Debora Serracchiani e Marianna Madia. Nel dettaglio, la Serracchiani ha avuto 66 voti (73%), la Madia 24 (27%). Un voto è andato a Barbara Pollastrini, una scheda bianca, una nulla.
“C’è da ricostruire un sentimento di appartenenza che sembra essersi smarrito nei rivoli di un individualismo e di un particolarismo esasperato e banale. A questo impegno desidero ispirare, se lo vorrete, il mio lavoro con voi. Perché il nostro lavoro è qui, nel Parlamento della Repubblica, dove dobbiamo trovare il modo di far sentire ciascuno di noi protagonista. Dobbiamo in questo senso allargare la partecipazione, lavorare tutti e consentire a tutti di presentare all’esterno il faticoso lavoro svolto”, aveva scritto Debora Serracchiani nella lettera inviata ai 90 deputati del Pd alla vigilia dell’elezione della capogruppo.
“Buon lavoro a Debora e adesso costruiamo insieme che questo è un gruppo parlamentare”, dice Marianna Madia al termine dello spoglio che ha visto l’elezione di Debora Serracchiani quale capogruppo Pd alla Camera.
Ovviamente è stato un confronto inedito che ha generato rumore anche perchè è stato un confronto tra due donne. Debora Serracchiani e Marianna Madia sono due donne autonome che hanno una lunga storia nel Pd, nelle istituzioni, nella politica.
Il Pd, aldilà delle scelte correntizie, ha fatto un passo avanti. Il Partito democratico ha dimostrato di recente di non essere all’altezza del suo passato e delle sue battaglie per l’emancipazione delle donne e la parità piena dei diritti e della rappresentanza. Parità peraltro prevista nello Statuto del partito. Questo confronto nasce dall’istanza forte che Letta ha posto con schiettezza e con urgenza, alla quale i capigruppo uscenti hanno risposto da democratici, accettando di avere capogruppo donne alla Camera e al Senato.
La ex presidente della Regione Friuli Venezia Giulia rappresenterà il partito in Assemblea al posto di Graziano Del Rio, che si è fatto da parte dopo l’invito del neo segretario Enrico Letta a eleggere una donna.
Nei giorni scorsi la sua possibile nomina era stata oggetto delle critiche della rivale, Marianna Madia: la ex ministra aveva accusato Del Rio di parteggiare per Serracchiani pur avendo spinto anche lei a candidarsi, trasformando la gara in una “cooptazione mascherata”. Letta invece aveva accolto con favore la competizione tra le due candidate.
“Potrei dire che moltissime delle idee esposte nella sua ultima lettera da Marianna le condivido, che siamo all’interno di una visione politica comune, potrei precisare qualche punto. Alla fine non saremmo lontane, come saremo sicuramente vicine dopo il voto di oggi. Ma la mia candidatura, operativa e lineare, c è per fare quanto vi ho già detto di persona e ora in brevissima sintesi”. Così Debora Serracchiani in una lettera ai deputati Pd.
Per il neo segretario, che dal primo momento ha chiesto un cambio ai vertici del partito in Parlamento, era importante puntare i riflettori sulla competizione tra Madia e Serracchiani perché nel partito i ruoli apicali sono ricoperti tutti da uomini, dal segretario ai governatori che il Pd esprime. Ora invece, dopo l’elezione di Simona Malpezzi in Senato mercoledì scorso, anche Montecitorio avrà una rappresentante donna.
Io faccio il rompighiaccio. Ho scelto di proporre due capigruppo donna, che sono due vertici del Pd. Ma in questi giorni ho dovuto combattere contro le critiche di maschi, bianchi, cinquantenni che mi dicevano: due donne pur che sia? “, aveva detto Enrico Letta a Dataroom su Corriere.it. “La situazione del Pd è incrostata di un maschilismo per il rompere il quale c’è bisogno di gesti forti. Quando sono arrivato c’erano undici figure maschili ai vertici. Quando mi hanno chiamato a Parigi per convincermi a fare il segretario ho detto: scegliete piuttosto un segretario donna. C’è bisogno di una cura shock per un sistema anchilosato”.
La contesa in atto tra Madia e Searracchiani “non è un putiferio. Due uomini avrebbero discusso animatamente allo stesso modo. Non è che volano gli stracci perché sono donne. Discutono come avrebbero discusso gli uomini”, dice il segretario del Pd.
In un partito come il Pd – ha aggiunto – esistono “legittime differenze di pensiero, ma è sbagliato che l’organizzazione delle correnti si sclerotizzi in un’organizzazione che occupa tutti gli spazi del partito”. “La questione delle correnti è sottostante” all’elezione della capogruppo alla Camera. “Credo sia importante ci siano le aree culturali e la libertà all’interno.