Decadenza Cav, giunta vota sì. Schifani: “Copione già scritto, chiediamo istruttoria”

Non c’è stata partita. La Giunta per le elezioni del Senato ha votato ha “deciso a maggioranza di proporre all’assemblea del Senato di deliberare la mancata convalida dell’elezione del senatore Silvio Berlusconi”.”La relazione contenente i motivi della decisione verrà presentata al Senato entro il termine dei prossimi 20 giorni”, rende noto il presidente della giunta Dario stefano.

Dura la replica del presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani: “Peggio del previsto. Il copione era stato già scritto e se ne conosceva la trama ma si è andati oltre ogni limite di tollerabilità”, ha commentato Schifani, dopo la sentenza della Giunta. “Al verdetto politico, fondato sul pregiudizio e sull’odio verso Silvio Berlusconi, in palese violazione del principio della non retroattività della legge penale sancito dalla Costituzione, oggi si è aggiunto l’intollerabile comportamento di un senatore che ha infranto il patto di riserbo dell’udienza pubblica dell’organismo parlamentare e inficiato così la legittimità della decisione. Un comportamento, questo – rileva Schifani – che avrebbe dovuto imporre lo stop ai lavori, come abbiamo richiesto al presidente Grasso. Ora spetterà all’Assemblea del Senato evitare che si consumi definitivamente questo gravissimo vulnus costituzionale e regolamentare. Ci auguriamo che gli alleati di governo, Partito democratico e Scelta Civica, abbiano in quella sede un sussulto di responsabilità e respingano insieme al Pdl il pronunciamento odierno”.

Sul web post dei grillini contro Cav. La seduta è durata meno di un’ora, anche perché i legali del Cavaliere non si sono presentati. A prendere la parola all’inizio dell’udienza, il presidente Dario Stefano, che ha invitato a un minuto di silenzio per una tragedia “che investe inesorabilmente le coscienze di tutti”. Immediati i commenti sui social network. Particolarmente forti, i messaggi dei componenti del M5S. Di cattivo gusto il post di Michele Giarrusso, che pur senza far riferimento alla decisione dei giudici, pubblica persino una foto sua e di Serenella Fucksia, la collega grillina che gli siede accanto, durante la seduta. Vito Crimi, invece,  posta l’immagine di un poster con la scritta “Silvio non mollare”, riferito a funzioni corporee e non alla vicenda politica.

La denuncia di Schifani. “Denunciamo al presidente Grasso un fatto gravissimo: mentre la Giunta delle Elezioni è in Camera di Consiglio, l’esponente del M5S Vito Crimi, sta esprimendo su Facebook giudizi volgari e offensivi contro il presidente Berlusconi, violando il regolamento del Senato”.  Quello di Vito Crimi che twitta durante i lavori della Giunta è “un comportamento intollerabile che conferma la bontà della nostra richiesta di ricusazione di alcuni membri della Giunta ed inficia gravemente la legittimità dei lavori del collegio”.  L’attacco di Vito Crimi a Silvio Berlusconi via Facebook mentre è in corso la riunione della giunta del Senato che deve decidere della decadenza del Cavaliere, “inficia” la decisione della giunta.Schifani chiede al presidente del Senato Piero Grasso e al presidente della giunta Dario Stefano “la immediata sospensione dei lavori” dell’organo parlamentare.

La seduta. E’ il giorno della verità per Silvio Berlusconi. La Giunta per le immunità del Senato si pronuncia oggi sulla decadenza del Cav, dopo la sentenza di condanna definitiva riportata dalla vicenda Mediaset. A seguire l’evento più di 80 cronisti accreditati presso Palazzo Koch, dove la seduta è stata aperta con  un minuto di silenzio per la strage di Lampedusa, una tragedia “che investe inesorabilmente le coscienze di tutti”. A prendere la parola inizialmente, l’avvocato Salvatore Di Pardo in rappresentanza di Ulisse Di Giacomo, primo dei non eletti in Molise “Non è possibile porre questioni pregiudiziali” dice Stefano alla senatrice Pdl Maria Elisabetta Alberti Casellati che in apertura della seduta pubblica chiedeva di prendere la parola. Stefano spiega che nella fase della seduta pubblica non è possibile porre questioni pregiudiziali né intervenire sull’ordine dei lavori, ma che Casellati potrà intervenire in camera di consiglio. A norma dell’articolo 16 della verifica dei poteri, cioè le norme che regolano i lavori della Giunta, il presidente ha poteri discrezionali nella direzione della discussione e nella disciplina della seduta pubblica.

Nella giunta si è svolto un “serio confronto” basato “solo sulle questioni giuridiche”, afferma il presidente della giunta. “Ho pensato – spiega – che il fatto di assumere io come presidente il ruolo di relatore favorisse un clima di serio confronto basato solo su questioni giuridiche che ha caratterizzato, per la verità, gran parte del lavoro della Giunta”. Poi svolge la sua relazione, nella quale elenca le “cinque distinte motivazioni” presentate dal senatore Berlusconi nella sua memoria difensiva.

Legali Cav, giunta no imparziale: “Nessuna possibilità di difesa”. “Il diritto ad un giudizio imparziale è evidente fondamento di ogni procedimento in un sistema democratico. Molti dei componenti della Giunta delle elezioni del Senato si sono già più volte espressi per la decadenza del Presidente Berlusconi. Non vi è dunque possibilità alcuna di difesa né vi è alcuna ragione per presentarsi di fronte a un organo che ha già anticipato, a mezzo stampa, la propria decisione. Nessuna acquiescenza né legittimazione può essere offerta a chi non solo non è, ma neppure appare imparziale. Il non partecipare era dunque non più una scelta, ma un obbligo. Non vi è dubbio che anche questa ulteriore violazione dei diritti costituzionali e dei principi della Convenzione Europea troverà adeguato rimedio nelle sedi competenti”. È quanto dichiarano i legali di Silvio Berlusconi, gli avvocati Franco Coppi, Piero Longo e Niccolò Ghedini.

Berlusconi: “Sentenza politica, non vado”. “Non sarò presente alla seduta pubblica della Giunta per le immunità del Senato. A renderlo noto, è stato lo stesso Cav, all’uscita ieri da Palazzo Madama, dopo un incontro nello studio del capogruppo del Pdl Schifani. . “La sentenza Mediaset è politica”, ha spiegato l’ex premier.

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