Voto palese o voto segreto. Tutto rinviato a mercoledì mattina. La Giunta per il regolamento del Senato si riunirà mercoledì mattina alle 9 per sciogliere il nodo del voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi.
La decisione è frutto di un durissimo scontro tra Francesco Nitto Palma e il capogruppo del Pd, Luigi Zanda. L’esponente del Pdl aveva chiesto di rinviare i lavori al 4 novembre, ma Zanda ha reagito proponendo di proseguire a oltranza: cosa che avrebbe comportato un voto già in serata. Alla fine è passata la mediazione, avanzata dal presidente Grasso, di aggiornare la riunione a domani.
Insomma ancora poche ore e si saprà cosa decideranno i commissari. Secondo alcune indiscrezioni il pendolo dovrebbe pendere per il voto palese ma il centro destra sta lavorando per evitare una forzatura dei regolamenti di Palazzo Madame e arrivare in Aula con il voto segreto. Ma dietro il problema apparentemente tecnico si cela una ben strategia politica. Il segreto dell’urna, con un risultato assolutamente non certo per nessuna delle due fazioni in campo, servirebbe solo a scompaginare il già frastagliato quadro politico italiano. Il voto segreto porterebbe a far emergere le divisioni presenti nel Pd, perché non tutti gli esponenti del centro sinistra potrebbero essere pronti a votare al decadenza del Cav. Ma anche nel Pdl perché, di converso, ci potrebbe essere qualche senatore che potrebbe essere pronto a buttare a mare il leader del centro destra che gli ha permesso di essere eletto per continuare la propria avventura parlamentare, magari con ricompensato con qualche scranno governativo. E lo scossone più grosso lo subirebbe il governo di Enrico Letta che si troverebbe a navigare, su ogni provvedimento, a vista in una nebbia politica sempre più fitta. Insomma inizierebbe una campagna elettorale dagli esiti incerti.
Palma, Severino irretroattiva. ”La corte d’Appello di Milano ha detto che l’incandidabilità è una sanzione amministrativa, e pertanto non è retroattiva. Quindi da ragione a noi e non c’è motivo di andare avanti”. Francesco Nitto Palma spiega così perché la giunta per il Regolamento del Senato è stata sospesa.
Mediaset: giudici, applicare Severino spetta a Parlamento. L’autorità ”competente” ad ”irrogare” la ”sanzione” della decadenza e della incandidabilità sulla base della Legge Severino è ”l’autorità amministrativa”, ossia ”la Camera di appartenenza” del condannato. Lo scrivono i giudici della Corte d’Appello di Milano, i quali, respingendo un’eccezione di costituzionalità formulata dalla difesa di Silvio Berlusconi, chiariscono anche che l’interdizione dai pubblici uffici, sanzione ”penale”, è ben distinta dalla ”sanzione” della legge Severino. In base alla legge Severino il ”presupposto” per applicare la sanzione della decadenza e della incandidabilità è ”la condanna penale” definitiva. Lo spiega la Corte d’Appello di Milano in un passaggio delle motivazioni in cui chiarisce la distinzione tra l’interdizione dai pubblici uffici e la sanzione della legge Severino. In base a questa legge, scrive la Corte, ”la sopravvenienza della condanna penale per determinati reati” crea ”una sorta di status negativo del soggetto”.