Si è riunita la Giunta per le elezioni del Senato per discutere sulla decadenza di Silvio Berlusconi da Palazzo Madama dopo la condanna definitiva per frode fiscale. Al centro del dibattito c’è l’applicabilità della legge Severino all’ex presidente del consiglio. Ed è subito scontro tra Pd e Pdl sui tempi della ‘Giunta’. Il centro destra preme per allungare i tempi e minaccia la tenuta del governo. Il Democrat sono sordi e voglio subito arrivare al voto spalleggiati dal M5S. Cuperlo (Pd) chiarisce: “rispetteremo i tempi e manterremo la coerenza delle nostre posizioni”, ipotizzando una nuova maggioranza per la riforma elettorale in caso di uscita del Pdl dal governo. Il ricorso di Silvio Berlusconi alla Corte di Strasburgo è “chiaramente non ricevibile perchè ci vuole un provvedimento definitivo che in questo caso non c’è. Il fatto che ne stiamo discutendo vuol dire che non c’è provvedimento definitivo”, ha affermato ai cronisti il senatore Felice Casson (Pd) prima di entrare in Giunta. Intanto si svolgerà il 19 ottobre alla III Corte d’Appello di Milano l’udienza sul caso Mediaset per rideterminare l’interdizione dai pubblici uffici per Berlusconi, come deciso dalla Cassazione. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha confermato di aver ricevuto il ricorso del Cavaliere contro la sua espulsione dal Senato.
Il primo passo spetta al relatore Andrea Augello, Pdl, introdurre la discussione e probabilmente proporrà di presentare ricorso alla Corte Costituzionale per quanto riguarda l’applicazione della legge Severino su decadenza e incandidabilità. In novanta cartelle il senatore del Popolo delle Libertà cercherà di convincere i commissari che la norma che porta il nome dell’ex Guardasigilli non può essere applicata al leader del Pdl. La strategia del centro destra è molto chiara: allungare i tempi in Giunta in attesa del pronunciamento della Consulta e della Corte europea per evitare una crisi di governo. Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, sprezza ottimismo e, si dice sicuro che “il Pdl deciderà per il meglio e non lascerà la maggioranza” e che “il governo continuerà a lavorare”. “Credo che la legge debba essere applicata e che il Senato deciderà il modo in cui applicare la legge – ha aggiunto il premier -. Non è un problema del mio governo, non è una responsabilità del mio governo, non devo prendere alcuna decisione. C’è una separazione dei poteri, è un problema del Parlamento”. Non la vede allo stesso modo il segretario del Pdl, Angelino Alfano. “Se si ragiona come se Berlusconi fosse il ‘senatore Berlusconi’ e non il nemico storico abbiamo la speranza e la fiducia che ci siano argomenti a sostegno della tesi di una non retroattività” della legge Severino e “di un approfondimento necessario”, dice nel corso della trasmissione “La telefonata di Belpietro”, in onda su Canale5. “Ci auguriamo che i componenti della Giunta ascoltino la relazione di Augello perché la natura giuridica della decisione prima della Giunta e poi dell’Aula è quella di una deliberazione”. “Oggi forse a sinistra – ha spiegato il vice premier- vedono materializzarsi il sogno della cancellazione per via giudiziaria dalla scena politica del leader che loro hanno sempre contrastato e vogliono evitare che questo sogno non si avveri”. “Mi pare evidente che qualcuno vuole usare” la legge Severino contro Berlusconi. “Qui stiamo parlando dell’applicabilità al passato della legge non della sua applicabilità al futuro. Il tema della costituzionalità o meno della Severino riguarda specificamente il tema della sua applicabilità al passato”. “Noi chiediamo alla commissione di sfuggire alla logica di centrodestra e centrosinistra”, ha aggiunto Alfano.