Il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro è intervenuto nel corso di un Forum all’Ansa. Al centro dlel’incontro, i rapporti tra i responsabili delle comunità locali e il governo e l’amministrazione della città.
Mi ripresenterò come sindaco a Bari – dice – e vado avanti con la coalizione, ampia, che mi ha sostenuto alla prima elezione che comprende anche liste civiche.
L’anno scorso – ha detto Decaro – è stato un problema enorme il taglio dei fondi alle periferie, per fortuna il rapporto col premier Conte ci ha permesso di avere una marcia indietro nel corso di una Conferenza unificata. Ho chiesto al Parlamento – ha proseguito – di pensare a una norma che possa mettere in grado di partecipare ai cittadini alle scelte che li riguardano. “l’incontro a Montecitorio è stato molto positivo, abbiamo parlato dei beni comuni e portato le esperienze positive dei Comuni”.
Non sappiamo ancora – ha proseguito il sindaco di Bari – quale sarà l’impostazione definitiva del governo sulla riforma delle province, che devono diventare qualcosa di simile alle Città metropolitane. Le elezioni di secondo livello ci hanno permesso di considerare quell’ente più che un ente parallelo ai comuni, un ente nel quale si possono creare compensazioni e specificità.
Noi siamo già come sindaci autonomie locali. L’autonomia però non deve mettere in crisi l’unità giuridica e quella finanziaria del Paese. Non si deve rischiare di aumentare il gap. Non sappiamo ancora bene cosa succederà perchè non vi è ancora un documento strutturato che noi sindaci vorremmo guardare, solo allora esprimeremo un’opinione. La vendita dei beni demaniali da parte del governo deve essere l’ultima scelta. Quei beni devono essere messi a disposizione della comunità alla quale appartengono. Per dirla con Salvini, ‘prima i baresi’.
Una legge delega per rivedere in modo sistematico l’ordinamento degli enti locali. Con l’obiettivo di coordinare le norme del Testo unico non solo con la riforma del Titolo V della Costituzione ma anche con gli interventi normativi successivi, tra cui la legge Delrio. Nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NaDef) 2018, approvata lo scorso anno dal consiglio dei ministri, il governo ha messo nero su bianco l’intenzione di riscrivere l’architettura degli enti locali partendo dalla riforma delle province che dovrà restituire agli enti intermedi «un quadro ordinamentale certo e uno stabile assetto funzionale».
Intanto, i rapporti tra sindaci ed esecutivo giallo-verde restano tesi. Terreno di scontro, com’è noto, è il taglio dei fondi al Bando periferie, operato dal decreto Milleproroghe (dl 91/2018).Per protestare contro i tagli e soprattutto contro la mancata promessa da parte del premier Giuseppe Conte di ripristinare le risorse, l’Anci ha interrotto le relazioni istituzionali con il governo. Il che significa che diserterà le prossime riunioni della Conferenza unificata e della Conferenza stato-città fino a quando non avrà «segnali tangibili sulla reale ed effettiva volontà di ripristinare l’importante, e strategico per il Paese, vincolo di solidarietà e collaborazione istituzionale».
La chiusura è stata ribadita dal presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, in una lettera inviata alla ministra per gli Affari regionali e le autonomie, Erika Stefani che aveva sollecitato un ripensamento.
«Non abbiamo assunto la decisione di interrompere le relazioni con il governo a cuor leggero», ha scritto Decaro. «Siamo consapevoli delle conseguenze di sospendere la partecipazione dell’Anci ai lavori della conferenza unificata. Ma non possiamo rivedere la nostra posizione. I comuni hanno sempre risposto con grande spirito di servizio e senso di responsabilità anche alle richieste di sacrifici straordinari ed eccezionali. Ma la decisione unilaterale di bloccare i finanziamenti statali a 326 tra comuni e città metropolitane per un importo complessivo di 1,6 miliardi, avrà un impatto devastante e mortificherà le aspettative di crescita sociale ed economica dei nostri territori, molto più delle conseguenze derivanti dalla mancata partecipazione dell’Anci ai lavori della Conferenza unificata».
Come si ricorderà, lo strappo si è consumato il 20 settembre scorso dopo la decisione del governo di non inserire all’ordine del giorno dell’Unificata l’intesa che avrebbe dovuto sanare l’incostituzionalità di una disposizione (art. 1, comma 140 della legge n. 232/2016) che finanziava per 800 milioni di euro il bando periferie. Si trattava, quindi, non di tutto il plafond del bando periferie (1,6 miliardi) ma solo di una quota parte dei fondi. Secondo la Consulta (sentenza n. 74/2018) alla base dell’incostituzionalità ci sarebbe stato il mancato passaggio del dpcm in Unificata per l’intesa con le regioni e gli enti locali.
Quanto alla politica nazionale, Decaro rileva che il Pd vive un momento di difficoltà, le primarie saranno utili. Non farò campagna elettorale perchè sono impegnato in quella con i miei cittadini. Io comunque voterò per Martina.