‘Se Di Maio sceglie di incentivare la stabilizzazione dei contratti a termine corregge in modo importante il Decreto Dignità e sceglie la strada giusta per combattere la precarietà’,  dichiara Cesare Damiano, del Partito Democratico, a proposito del Decreto Dignità. L’importante – continua – è che se ne sia accorto, anche se con ritardo. Pensare che il decreto, per come è congegnato, fosse la ‘Waterloo della precarietà’, era un misto di ingenuità e presunzione. Adesso che la discussione inizia alla Commissione Lavoro della Camera, bisogna entrare nel merito e dire ciò che va e ciò che non va. Un partito di sinistra come il Pd non può essere contro le causali: vanno solo scritte diversamente prevedendo, ad esempio, un regime transitorio che applichi la normativa ai nuovi contratti a termine, quelli stipulati a partire dalla conversione in legge del decreto. Sull’aumento delle mensilità di risarcimento in caso di licenziamento individuale illegittimo, portate fino a un massimo di 36 mesi, occorre osservare che si tratta della fotocopia della proposta approvata dalla Commissione Lavoro della Camera nella passata legislatura. Purtroppo il Governo, a mio avviso sbagliando, non fu d’accordo. Spero che il Pd non ostacoli questa misura. Non dovrebbero invece esserci dubbi circa la diminuzione della durata dei contratti a termine da 36 a 24 mesi: viene ripreso un emendamento presentato nella passata legge di Bilancio dall’onorevole Gribaudo del Pd, attuale responsabile Lavoro del Partito. Quindi immagino un coerente disco verde’.