L’attenzione è stata monopolizzata dalla temutissima riforma del catasto, ma il disegno di legge delega fiscale, approvato alla Camera e ora sottoposto all’esame del Senato, contiene anche alcuni principi che, qualora dovessero tradursi in decreti attuativi, andranno a riguardare pure la vita degli automobilisti.
Tra i provvedimenti, uno dei principali riguarda le accise sui carburanti. Difatti, nel catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi del ministero della Transizione si legge “il gasolio non merita un trattamento fiscale preferenziale” e che “l’aliquota di accisa del gasolio dovrebbe essere innalzata al livello di quella della benzina”. Insomma, sotto tale versante la scure dell’esecutivo sembra destinata a calare. Oltretutto allo stato attuale le tariffe nella nostra penisola sono di gran lunga inferiori alla media europea.
Tutto ciò non infonde particolare ottimismo, anzi. A maggiore se si considera che il decreto di legge delega approvato dalla Camera stabilisce “un adeguamento (…) in coerenza con l’European Green Deal e con la disciplina europea armonizzata dell’accisa, in modo tale da tener conto dell’impatto ambientale dei diversi prodotti nonché con l’obiettivo di contribuire alla riduzione progressiva delle emissioni di gas climalteranti (l’anidride carbonica, ndr) e alla promozione dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili ed ecocompatibili e alla promozione di uno sviluppo sostenibile”.
Superbollo e flotte aziendali
Un secondo provvedimento potrebbe riguardare il superbollo, inerente alle auto con più di 185 kW. La cosiddetta addizionale rientra a pieno titolo tra i micro-tributi, ricavandone l’Agenzia delle Entrate-Riscossione circa 120 milioni di euro l’anno.
Competerà al Governo stabilire se il superbollo figuri o meno tra i tributi in questione. Nessun riferimento, invece, al bollo “normale”. Infine, è previsto l’intervento sulla detraibilità dell’Iva per le flotte aziendali, ferma al 40 per cento in Italia, in deroga alle direttive europee.