Demanio. Agostini lancia il piano Hope Campus ma Gentiloni ordina la sua sostituzione con la cognata

L’Italia salottoliera, finta perbenista e lobbysta continua a mettere le mani sulla gestione del potere. In piena pandemia gli ‘sciacalli’ della politica non si fermano. Anzi. Aspettano proprio questi momenti per aumentare il proprio potere e ricattare una politica romana smarrita, prona al potere e alle seggiole, per ‘piazzare’ alla guida di apparati statali familiari o amici che poi dovranno prendere decisioni sul futuro degli italiani. Ed è questo che sta accadendo per la stesura dei piani del Recovery Found e per la successiva gestione della pioggia di miliardi che serviranno a ricostruire l’Italia. Ed è quello che sta succedendo in queste ore in Italia con la sostituzione dei vertici delle agenzie fiscali che dipendono dal ministero dell’Economia. Non importa se un alto servitore dello Stato abbia lavorato bene e per il bene comune. A costoro ‘interessa’ solo ‘piazzare uno della famiglia che possa gestire i miliardi del Recovery e quindi assicurare al clan un maggiore peso e potere politico. Che si traduce in una solida e possente arma di ricatto per i prossimi anni.  Macchiavelli resta sempre in auge. Sembrerebbe che il clan/ famiglia del commissario all’Economia dell’Ue, l’italiano Paolo Gentiloni, abbia pensato solo a questo: indirizzare e gestire i fondi del Recovery Found da utilizzare anche nella partita nella successione del presidente della Repubblica. Naturalmente non tutti i soldi del Piano, ci mancherebbe, ma solo quelli di ‘pertinenza’ dell’Agenzia del Demanio che non sarebbero pochi. Così cosa interessa a noi, sarebbe stato il ragionamento del clan, se l’attuale direttore dell’Agenzia, Antonio Agostini,  nonostante sia stato più volte avvisato che sarebbe stato messo alla porta nonostante l’ottimo lavoro fino ad ora svolto. Cosa interessa se chi fino ad ora ha guidato l’ente di via Barberini abbia effettivamente svolto un lavoro encomiabile ed applaudito da tutti i partiti politici. Pazienza, direbbero dal clan. Interessa la gestione del potere. Punto. E quindi via Agostini e dentro Alessandra Dal Verme, cognata del commissario all’Economia dell’Ue ed ex presidente del consiglio, Paolo Gentiloni. Il clan/famiglia è così riuscito nel suo intento: piazzare una di famiglia, anche se brava e con un curriculum professionale di rispetto ma non senza qualche zona d’ombra, alla guida dell’Agenzia del Demanio. Una nomina che dovrebbe essere ratificata nel consiglio dei ministri in programma per oggi. Però. Perché c’è sempre un però. L’attuale direttore del Demanio continua a lavorare, per quanto di competenza, con idee e progetti per un Paese migliore. E lo dimostra l’iniziativa resa nota oggi, e non perché oggi il CdM dovrebbe sostituirlo con la cognata di Paolo Gentiloni, ma su cui lavora da tempo per  la realizzazione della ‘Città della conoscenza’ nell’area di Tor Vergata in collaborazione con l’Università romana. L’idea è semplice’ ed ‘innovativa’ e non si comprende come tutti coloro che hanno gestito il potere non ci abbiano mai pensato. E potrebbe, proprio nel pacchetto del Recovery Found, rappresentare uno dei tanti fiori all’occhiello per l’Italia. Questo agli sciacalli della politica ed a pseudo clan/familiari non interessa. Interessa gestire il potere e soldi. Ecco di seguito il comunicato stampa della probabile ultima iniziativa firmata da Antonio Agostini alla guida dell’Agenzia del Demanio.

L’AGENZIA DEL DEMANIO LANCIA L’IDEA PER LA NASCITA DELL’HOPE CAMPUS DA CANDIDARE PER IL RECOVERY PLAN

Il progetto coinvolge l’area vasta di Tor Vergata e potrebbe diventare il cuore di una reale “Città della conoscenza” e di un grande “distretto tecnologico” incubatore di imprese d’avanguardia

L’Agenzia del Demanio, nella persona del Direttore Cons. Antonio Agostini, lancia l’idea della nascita del progetto dell’Hope Campus, nell’intento di candidarlo tra le possibili proposte all’esame del Governo per la messa a punto del Recovery Plan o dalla programmazione delle politiche di coesione 2021-2027. L’iniziativa coinvolge una vasta area che sarà assegnata all’Agenzia del Demanio dalla Legge di Bilancio 2021, su iniziativa del MEF, che versa in stato di sostanziale abbandono ed è scenario di ambiziose opere rimaste incompiute, ma che impone all’Agenzia del Demanio specifici oneri di gestione e valorizzazione.

L’area si estende per circa 80 ettari e si presta alla tessitura di una rilevante strategia di rigenerazione e innovazione urbana, anche traendo spunto da singoli studi, intuizioni e proposte conosciute nel tempo grazie all’ingegno inventivo e all’alto contributo dei compianti Professori Arnaldo D’amico e Roberto Petronzio, e degli illustri Professori Enrico Giovannini, oggi Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Antonella Canini, Franco Romeo e Cesare Mirabelli. Idee da coordinare e mettere a sistema con alcune azioni convergenti già messe in campo dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma, per specifici aspetti. Per le sue caratteristiche complessive presenta una straordinaria opportunità per attuare un organico intervento di sviluppo urbanistico e socio-economico a forte impatto territoriale ed ambientale. In tale cornice l’intento è anche quello di avviare una auspicabile iniziativa di specifico dibattito pubblico volto a promuovere una forte coalizione istituzionale e una prospettiva di partenariato pubblico-privato, aperto anche a possibili coinvolgimenti di Istituzioni internazionali coerenti con le alte potenzialità del progetto.

L’iniziativa punta a segnalare all’agenda delle competenti Autorità di Governo nazionale e territoriale la possibilità di valorizzare uno dei quadranti urbani di maggiore interesse su scala europea, che presenta una spiccata vocazione alla crescita di Roma, sia in risposta alle esigenze locali, che in funzione dello sviluppo di elementi e di asset del livello consono al rango di una delle grandi capitali europee. L’area è situata in prossimità di rilevanti strutture di ricerca quali la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e laboratori dell’Ente Nazionale per le Energia Alternativa (ENEA), e si proietta lungo la direttrice che muove dal prestigioso Centro Universitario esistente, verso la direzione del polo di ricerca avanzata e di innovazione di Frascati, dove gravitano rilevanti Istituzioni di ricerca internazionale come l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), lo European Space Research Institute (ESRIN) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), nonché le principali infrastrutture di ricerca del predetto ENEA. Inoltre, nelle adiacenze del comparto urbano interessato insiste il consistente polo industriale e tecnologico tiburtino dove hanno sede molte industrie di eccellenza, tra cui alcune aziende del Gruppo Leonardo e del settore aerospazio, difesa, sicurezza e alta tecnologia.

L’idea progettuale prevede la creazione di un sistema ad alto valore aggiunto, determinabile mediante l’integrazione e la circolazione di eccellenti capacità e competenze oggi già presenti o localizzabili nell’area, particolarmente in grado anche di declinare la pregiata tradizione di studi e ricerche avanzate in molti settori, tra cui quello dello sviluppo sostenibile, della trasformazione ecologica e digitale, della biologia, della biodiversità, della genetica e della sanità.

In estensione alle sedi dell’Università e del Policlinico di Roma Tor Vergata è possibile concepire un progetto organico, comprendente la realizzazione di una reale Città della Conoscenza, l’eventuale istituzione di un Politecnico per sopperire a tale sentita lacuna nel centro-sud, la promozione di un distretto per lo sviluppo di incubatori di impresa innovativa e per la diffusione dei processi di trasferimento tecnologico a beneficio del tessuto imprenditoriale, nonché il completamento e la funzionalizzazione delle strutture sportive e insieme a nuove soluzioni di collegamento e mobilità sostenibile, quali la realizzazione di un tratto di metropolitana di superficie connesso alla rete metropolitana.

L’Agenzia del Demanio, pronta a mettere in campo la propria Struttura Nazionale di Progettazione per l’alta sfida di realizzazione di una “Silicon Valley” italiana, sta analizzando gli scenari di rifunzionalizzazione e utilizzo per la progettazione e verifica di fattibilità tecnico-economica del futuro Hope Campus che potrà ospitare anche nuovi avanzati laboratori e infrastrutture di ricerca da utilizzare con logiche di fruizione condivisa pubblico-privata, la cui carenza e bisogno si è resa manifestamente evidente in conseguenza della contingente emergenza sanitaria ed economica.

“L’area merita la proposizione e l’attuazione di un grande progetto di riqualificazione e sviluppo, da sottoporre al più ampio dibattito e concertazione degli Organi accademici e territoriali interessati. Si tratta comunque di una operazione dalle potenzialità straordinarie che, per la sua vocazione e rilevanza, può essere degna di essere considerata ed analizzata dalle competenti Autorità politiche in sede di programmazione economica generale del Governo, nonché Regionali e territoriali, nell’ambito delle possibili progettualità che sono in corso di valutazione per la messa a punto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’idea della realizzazione dell’Hope Campus si ispira e rende onore alle parole che nel 2000 San Giovanni Paolo II pronunciò in questi luoghi durante il memorabile raduno e Giornata Mondiale della Gioventù, incitando i giovani a non avere paura del futuro e a sentirsi il vero “sale della terra” e “luce del mondo”, mettendo a giusto frutto i talenti per non subire, ma rendersi protagonisti di uno sviluppo più attento alla maturazione di una personalità individuale autorevole, libera e consapevole e di una fraternità basata su un equilibrato progresso della conoscenza e di un modello di impresa a valore aggiunto e “dal volto umano” – ha dichiarato il Direttore dell’Agenzia del Demanio Antonio Agostini – “Convinto che la consegna di idee e progetti importanti potrà vivere grazie alle Istituzioni tenute a svilupparli.”

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