Nessun cambio al vertice dell’Agenzia del Demanio. Antonio Agostini resta al suo posto. Almeno per ora. Il tentato blitz in consiglio dei ministri di oggi di sostituire il numero uno dell’agenzia con Alessandra Dal Verme è fallito. La cognata di Paolo Gentiloni resta al suo posto al Mef con la qualifica di ispettore generale per gli affari economici. L’avvicendamento alla guida del Demanio era data quasi per scontata ma il consiglio dei ministri di oggi avrebbe deciso di rinviare il dossier. Da quando si apprende Agostini è stato convocato questa mattina dal super ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, probabilmente proprio per annunciargli l’avvicendamento alla guida dell’Agenzia con la Del Verme. Ma non tutto è filato liscio: sembra che nel consiglio dei ministri di oggi si sia alzato un muro contro la sostituzione dell’attuale numero uno del Demanio con la funzionaria del Mef. E secondo alcuni presenti sarebbero volate parole grosse. Sostituire un uomo di Stato con la cognata del commissario europeo all’economia avrebbe avuto il significato di un clamoroso autogol. Sulla Dal Verme pesa, infatti, una ‘incompatibilità’ sia di opportunità politica che tecnica. Innanzitutto c’è il nodo di Paolo Gentiloni visto che tra le incompatibilità dei commissari europei spicca quella di non avere parenti o affini nei Paesi membri dell’Unione europea che gestiscono investimenti e risorse che hanno a che fare con fondi comunitari. E l’attività dell’Agenzia del Demanio riveste un ruolo fondamentale nella progettazione e realizzazione del Recovery Found. A questa si aggiunge una norma del Testo unico della dirigenza pubblica che statuisce che i dirigenti delle amministrazioni vigilanti non possono avere incarichi operativi negli enti vigilati. Insomma la Dal Verme, passando al Demanio, rivestirebbe il ruolo di vigilante e vigilata.
Elementi, questi, che anche se inquadrabili in un normale avvicendamento di avvicendamento di cariche con l’avvento di un nuovo esecutivo ma che sta assumendo sempre più le sembianze di un affaire di famiglia perché, da voci di corridoio, sembra che sia ancora in atto il pressing di Paolo Gentiloni, dato su tutte le furie per la mancata nomina, sul nuovo esecutivo per la nomina della cognata all’Agenzia del Demanio. E non è escluso che il commissario all’Economia dell’Ue torni alla carica per ‘imporre’ la cognata alla guida del Demanio al posto di Agostini. Nulla da eccepire sulla professionalità della Dal Verme ma su tutto regna un minimo di dignità e soprattutto di opportunità politica.