Una ‘tripletta’ di romanzi ben strutturati, dallo stile diretto ed immediato, ricchi di atmosfere magiche, spesso intimistiche, di forte connotazioni psicologiche e con degli epiloghi a sorpresa presentati, tutti assieme ed appassionatamente, al pubblico taorminese: è questa la partenza, sprint, della stagione autunnale del ‘Caffè Letterario’ di ‘Spazio al Sud’, il corposo cartellone culturale dell’associazione “Arte & Cultura a Taormina”, presieduta da MariaTeresa Papale, che vede sabato 10 ottobre, la giornalista Milena Privitera, responsabile della sezione letteraria del programma, proporre nell’elegante sala “Le Naumachie” dell’Hotel Isabella ben tre opere di Demetrio Verbaro, giovane e prolifico scrittore calabrese di grande talento, edite da Lettere Animate. Un evento decisamente non usuale nel panorama delle varie presentazioni di libri, figlio di una precisa scelta di ordine culturale che vuole dar conto – per quanto e quando è possibile – non solo dei singoli frutti della creatività di uno scrittore, ma della stessa personalità artistica dell’autore, cercando di focalizzarla in maniera più completa proprio grazie alla comparazione in diretta delle opere contestualmente presentate. Una operazione non facile per molti aspetti che presuppone, e pretende, una metabolizzazione delle singole opere da parte di chi le presenta tale da riuscire comunque a trarne il filo conduttore che le permea. Quel sottile fil rouge che, al di là della transeunte ed occasionale diversificazione di personaggi, locations e storie raccontate, identifica in maniera pressoché esclusiva l’autore, il suo stile e la sua tematica di fondo: insomma, il suo marchio di fabbrica. E così, con il taglio naturalmente informale che contraddistingue il ‘suo’ Caffè Letterario, Milena Privitera, attraverso domande sapientemente argomentate avrà il compito ‘chiacchierando’ dei suoi libri di mettere in luce la personalità dello scrittore e dell’uomo Demetrio Verbaro, che attraverso la parola scritta esprime desideri e sogni, denuncia malesseri e discriminazioni, affida ai sentimenti d’amicizia e d’amore il ruolo di motore della vita, raccontando, in fondo, storie di tutti i giorni per mostrare ciò che di speciale c’è sotto la superficie della loro quotidianità. Di fronte al pubblico, attento e curioso habitué dei pomeriggi letterari di “Spazio al Sud”, passeranno, dapprima, i personaggi de ‘Il carico della formica’. Protagonista Carlo, marito e padre felice, che come giardiniere in un istituto psichiatrico conoscerà i pazienti del padiglione ‘Missioni impossibili’, gli unici che possono fruire del giardino di cui lui si prende cura: Mimì, Filippo, Bart e Vera. Anime perdute. Corpi isolati. Ognuno di loro con un fardello nel cuore, errori fatti in passato, che lo ha segnato per la vita e che trasporta come un carico pesante, proprio come una formica fa ogni giorno della sua vita, portando nella tana un chicco di grano dieci volte più grande del suo peso ma che comunque, dopo aver negato l’orrenda verità degli eventi della propria vita, riesce ad “avere brandelli di vita. Sarà poi la volta dei protagonisti di ‘L’attimo eterno’. Romanzo breve ma intenso dove l’autore racconta di Giuseppe, Jessica e Sidney, tre ragazzini di diversa estrazione sociale e provenienza, che si conoscono nel 1992 frequentando la scuola media di Mosorrofa, paesino abbarbicato sulla collina di Reggio Calabria: tre ragazzini in un certo senso fuori dal comune e, proprio per questo, emarginati dai compagni ma uniti tra di loro da un’amicizia indissolubile. Raccontato dall’autore non in maniera cronologica ma con l’alternanza delle due trame principali che affida ai capitoli dispari il passato dei tre protagonisti, partendo dalla loro infanzia e seguendoli fino ai vent’anni, ed in quelli pari il loro presente, nella New York del 2013, dove li ritroviamo, già trentenni, alle prese con le complicazioni dell’amore è, ancora una volta, l’amore in senso lato il tema principale della narrazione. Grazie ad esso i dolori traumatici, i drammi esistenziali, i ricordi rimossi dei personaggi si dipanano e si risolvono: ‘l’unica cosa di cui dovete avere paura è una vita senza amore, non è necessario amare per sempre, basta solamente amare e noi essere umani abbiamo un grande dono: sappiamo amare anche quando non siamo amati’. Ed eccoci arrivati a ‘La farfalla con le ali di cristallo’, fresco di stampa. Un racconto che prende vita al tempo dei conquistadores spagnoli, quando un sacerdote azteco consegna nelle mani di Hernan Cortes un libro sacro che profetizza l’Apocalisse: nel 2044 qualcosa di terribile porterebbe all’estinzione della razza umana. C’è trascritta anche una mappa, però, che, se ben decifrata, potrebbe cambiare il corso degli eventi. Un vertiginoso balzo temporale ci catapulta nel fatidico anno 2044: epoca dominata da grandi risorse tecnologiche ma dove sentimenti ed azioni umane hanno ancora spazio. Un esploratore miliardario ed una task-force di “prescelti” dove le distinzioni tra umani, robot ed ibridi sembrano annullarsi in nome dei sentimenti sono i protagonisti della missione per salvare l’umanità. Il romanzo che si sviluppa non solo in due epoche storiche distanti tra loro oltre cinquecento anni, ma anche in due spazi distanti tra di loro anni luce, la Terra e Marte, è ricco di suspense e colpi di scena, come un fanta-thriller che si rispetti, ma ha il valore aggiunto di mantenere intatto l’attenzione alla psicologia e ai sentimenti dei personaggi, uno dei segni caratteristici della scrittura di Demetrio Verbaro.
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