Di Battista deluso dai Cinque Stelle

Al ritorno del «guerriero» non sembra credere più nessuno, tra i 5 Stelle che contano. Nella base tanti ci sperano ancora, prova ne siano il milione e mezzo di seguaci su Facebook. Ma basta pesare la frase con cui Luigi Di Maio sul ‘Corriere’ha liquidato Alessandro Di Battista come «il primo degli attivisti», per sospettare che il capo politico del Movimento si sia arreso, o quasi. Salvo miracoli l’ex deputato, già leader in pectore del M5S, non sarà l’uomo immagine della campagna europea. Resterà in panchina, in attesa di ripartire in versione Bruce Chatwin del Movimento.

 

Per fare i bagagli c’è tempo fino a giugno, ma la decisione pare ormai presa. Destinazione India. L’accordo con il ‘Fatto Quotidiano’ per realizzare reportage video prevede il decollo dopo le Europee, segno che Di Battista, nell’incertezza che avvolge il suo futuro politico, si è voluto tenere un margine di libertà decisionale. Se i vertici avessero offerto «garanzie», come il no alla Tav e la revoca della concessione ad Autostrade, l’«eroe» delle piazze avrebbe accettato di scendere in campo per Strasburgo. Ma per errori politici e di comunicazione la débacle in Abruzzo è finita in gran parte sulle sue spalle e lui, umiliato e offeso, non ha visto le condizioni per mettere la faccia su un’altra probabile sconfitta.

E così, dopo averlo prima relegato in un cono d’ombra e poi richiamato in servizio per la sfida del 26 maggio, i «grillini» che contano hanno cominciato l’opera di demolizione. Tra i parlamentari si è diffusa una voce un po’ velenosa, che descrive «Alessandro» pronto a prendersi un altro sabbatico «perché al Fatto gli danno molti soldi». Con i suoi reportage, fanno di conto i nemici interni, «guadagnerà ben di più di quanto prenderebbe a Strasburgo con i tagli imposti dal Movimento».

 Ma il vicepremier è stufo di aspettare che Di Battista sciolga la riserva. Provato dalla sconfitta in Basilicata e determinato a risalire la china, Di Maio ha suonato la sveglia all’amico di un tempo. «Alessandro, il Movimento ha bisogno di aiuto adesso — lo ha incalzato nell’ultimo colloquio —. Se farai la tua parte potrai essere capolista in tutti i collegi, la base sarà contenta e anche io. Ma il momento è ora. Dopo l’India, rischia di essere troppo tardi».

 Tra i dirigenti c’è chi sospetta un piano per prendersi la leadership, qualora le Europee dovessero infliggere una dura sconfitta a Di Maio. Gli amici raccontano Di Battista «scottato e disamorato». Se tace da un mese e mezzo è perché «non vuole far filtrare veleni» in un momento tanto delicato. Chi gli vuole bene però si chiede se davvero pensi di poter vivere solo dei suoi reportage. Già, perché se in Guatemala era andato anche per Sky e nel momento di massima popolarità, ora dalla tv satellitare dicono di non sapere nulla del viaggio in India. E rivelano che «la messa in onda dei suoi reportage dall’America Centrale al momento non è prevista».

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