Dopo il test Basilicata tornano le fibrillazioni all’interno del governo gialloverde. Matteo Salvini – in teoria il più interessato a staccare la spina al governo dopo le Europee per monetizzare il consenso e passare all’incasso – vede sempre con preoccupazione un eventuale governo di centrodestra con Berlusconi e rassicura i grillini di voler continuare. Dall’altra parte però arriva un inatteso attacco da parte di Luigi Di Maio, evidentemente nella necessità di marcare le distanze dall’alleato leghista.
“Mi spiegate cosa ha fatto Salvini sinora? Ha rimandato indietro un barcone e Quota100, misura criticatissima in Europa e che ci costa una valanga di soldi. Mentre i clandestini che doveva respingere sono tutti qui”. Questo lo sfogo di Di Maio, che fa seguito a quello del premier Conte che aveva accusato Salvini di “comportamenti da superuomo”. Quella che i 5 stelle vogliono è una sorta di fase 2 del governo dove l’alleanza giallo-verde diventa organica, le misure si condividono, non c’è il fuoco amico e “magari Salvini comincia a studiare qualche dossier invece di sparargli addosso a cose fatte”.
Per provare a metter fine al “giochetto leghista” che rischia di spingere il M5S sotto il 20% – riportano indiscrezioni sulle pagine politiche de ‘Il Messaggero’ – Di Maio è pronto ad alzare la voce e a criticare il vicepremier e i ministri della Lega sul terreno delle rispettive competenze. Dalla sicurezza “che non c’è nelle città”, all’agricoltura “abbandonata da un ministro che si occupa solo di turismo”. Sino alle nomine – vedi quella di Paragone alla commissione banche – che la Lega “tratta di nascosto con Banca d’Italia e Quirinale”. “D’altra parte – sostengono i pentastellati – è lo stesso trattamento che abbiamo ricevuto sul memorandum cinese e lo sblocca cantieri”. Insofferenze grilline speculari però a quelle che covano nel Carroccio.
Lo scontro nella maggioranza potrebbe essere destinato ad aumentare di tono, mentre sullo sfondo inizia a scorgersi quella manovra di bilancio di fine anno che rappresenta uno spettro per la Lega, partito del Nord e delle partite iva.