‘Questi giorni, dopo mesi di duro lavoro, sto tirando un po’ il fiato. Oggi è Pasqua e starò in famiglia. Un toccasana! E’ proprio quello che ci vuole prima di ripartire con la sfida più importante che ci aspetta: formare un governo rispettando la volontà popolare’, scrive in un post su facebook il leader del M5S Luigi Di Maio che sottolinea: ‘Insieme siamo arrivati fino a qui e ora non si fanno passi indietro, neppure per prendere la rincorsa. Continuiamo ad andare avanti, insieme e niente ci potrà fermare’.
Dopo aver citato, non si sa se la citazione è stata inconsapevole, Andrea Pazienza che la usava come motto: ‘Non si torna indietro neanche per prendere la rincorsa’ afferma: ‘Stamattina mentre guidavo verso casa ascoltando un po’ di musica pensavo a tutto quello che è successo nelle ultime settimane e a come siamo arrivati fino a qui dopo anni di sacrifici, sudore e lacrime. Oggi siamo la prima forza politica del Paese con oltre il 32% alle politiche di marzo e i sondaggi ci danno già oltre il 35%, se ci fermiamo un attimo a pensare a quello che significa e al fatto che siamo nati solo 9 anni fa vengono i brividi. Di gioia certo, ma anche per la responsabilità che deriva dall’aver conquistato la fiducia di milioni di italiani’, Di Maio elenca in fb le diverse componenti del Movimento e della sua campagna alle politiche: da Gianroberto Casaleggio a Beppe Grillo, dal suo rally elettorale a Roberto Fico, eletto presidente della Camera: ‘Ho pensato a tutte le migliaia di persone che sono state e sono nostri compagni di viaggio e che hanno lottato e lottano fianco a fianco con noi. A quelli che hanno iniziato facendo i banchetti e oggi siedono in Parlamento. Ho pensato che uno di questi, Roberto Fico, è il Presidente della Camera, la terza carica dello Stato e ha annunciato un cambiamento epocale: la fine dell’era dei vitalizi e dei privilegi dei politici. Ho pensato a Gianroberto e mi si è stretto il cuore. Ho ripensato ai suoi insegnamenti, alle sue parole, ai suoi esempi. Ho pensato a Beppe che ha acceso la scintilla e non smette mai di mantenere viva la fiamma e di alimentarlo come solo lui sa fare’.
E’ noto l’impegno assunto da Fico che riguarda l’abolizione dei vitalizi ed i relativi interventi sulle pensioni di deputati e senatori. Tema che finirebbe per dominare i lavori soprattutto in caso di governo breve, in cui Lega e Movimento Cinque Stelle sfrutterebbero proprio i tagli alle Camere per assicurarsi un ulteriore pieno elettorale alle prossime eventuali elezioni anticipate, che potrebbero, presumibilmente, esserci nel 2019 insieme alle Europee.
Ora che Roberto Fico è seduto sullo scranno più alto di Montecitorio, l’obiettivo è quello di presentare prima possibile una delibera in proposito. Non un Ddl o una legge, ma una semplice delibera dell’ufficio di presidenza, che renderebbe più ardua l’opposizione da parte di altri gruppi parlamentari. Una delibera articolata in due punti:
i neoeletti non matureranno più una pensione a 65 anni di età anche dopo cinque anni pieni di legislatura.
Tutti gli altri conserveranno la pensione, ma il suo importo sarà profondamente abbassato in quanto ricalcolato con il metodo contributivo.
E questo varrà sia per i parlamentari che per gli ex parlamentari già andati in pensione.
Per i neoeletti non ci sarà più nemmeno il diritto alla pensione di 1.000-1.200 euro al mese a 65 anni e dopo cinque anni di legislatura. Per loro la Camera e il Senato verseranno i contributi nei cinque o più anni di legislatura e questi verranno cumulati con quelli versati all’Inps o ad altri istituti previdenziali durante il normale percorso lavorativo. Per gli altri parlamentari, compresi gli ex parlamentari, l’assegno sarà ricalcolato con il solo metodo contributivo.
Torno a Pazienza, il grande Paz, che fotografò attraverso i fumetti un periodo storico di vitale importanza per il nostro paese e l’Occidente tutto: la controcultura, l’onda lunga del ’68, il movimento convulso ed eterogeneo del ’77, la Bologna del Dams Una controcultura reale, anche nelle sue connotazioni estreme, basterà pensare al liceale bolognese Zanardi che è una delle più sorprendenti invenzioni di Pazienza. Zanardi il fascino di superuomo nicciano che pratica, anche se privo di etica, una sorta di nichilismo attivo, laddove sarebbe necessario praticare un nichilismo attivo, libero dai falsi valori etici e sociali che sono sempre dettati da spirito di supremazia. Paz era per il nichilismo passivo ed affermava: ‘La sua caratteristica principale è il vuoto. L’assoluto vuoto che permea ogni sua azione’. Zanardi diventa il volto distorto della ribellione nichilista di fine anni settanta: leggi il 77 che racconta di giovani che non studiano, non lavorano, non guardano la Tv, non vanno al cinema e non fanno sport.
Il problema principiale di ‘Paz’ consiste proprio nell’impossibilità manifesta di rappresentare la violenza e il disagio emotivo legato a un certo tipo di esperienza sociale.
La scena più riuscita del film si trova versi i tre quarti, quando uno spaesato Fiabeschi si aggira per il Dams alla disperata cerca di una ‘canna’. Salendo le scale, gli appare a mo’ di visione Giovanni Lindo Ferretti, che sta divorando una mela. Alla domanda: ‘C’è nessuno qui?’, risponde ‘Ci sono io, che mastico, e medito nell’ombra’, per poi chiudersi in religioso silenzio.
È questa è l’eredità del ’77?. Di quegli anni di contestazione, violenza, eccessi, ci rimane una scuola deserta, e uomo solo, con una mela, passato da Lotta Continua ad Atreju?. Pazienza resiste e resta un autore tanto attuale quanto necessario, a ricordarci che una volta le cose si potevano fare diversamente. In quella zona d’ombra tra impegno politico e nichilismo, tra contestazione e autodistruzione, si muovono personaggi profondi e complessi.
Ricordo che Atreju è un incontro giovanile che si svolge ogni anno dal 1998 nel mese di settembre in una zona di Roma. Nata come festa ufficiale dell’organizzazione giovanile Azione Giovani, dal 2009 è stata la festa di Giovane Italia e dal 2013 è organizzato con Fratelli d’Italia.
Atreju era ed è una festa di parte di origine fascista, ma non sarà mai una festa di partito. Una manifestazione dove non campeggiano simboli di partito ed è interamente ideata e realizzata da giovani volontari, che rinunciano alle loro vacanze per costruire un momento di confronto e dibattito libero e senza filtri. Atreju è la dimostrazione di come ancora esista una militanza appassionata fatta di gente che si batte per qualcosa di molto più grande di un successo elettorale: il futuro e la dignità della nazione.
Questo ‘cappello’, visto nei suoi passaggi storici, è utile per parlare di giovani ‘senza canne’ legati dall’aspirazione di poter arrivare a una società fondata su valori diversi, ma comunque legati ad un ‘nichilismo attivo’.
La domanda è d’obbligo: basterà utilizzare in modo ‘fico’ l’autobus con fotografo al seguito per soddisfare la marea di voti raccolti o sarà necessario dimostrare con ‘fatti attivi’ una generazione ‘sospesa’ che in modo ‘nichilista passivo’ chiede risposte da un ‘nichilismo attivo e pentastellato’?.
Roberto Cristiano