Luigi Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle e ministro degli Esteri, durante la presentazione dei facilitatori regionali del Movimento 5 Stelle, Tempio di Adriano, Roma, 22 gennaio 2020. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Di Maio si dimette: ‘Arrivato il momento di rifondarsi, ma governo vada avanti’

Luigi Di Maio rassegna le dimissioni da capo politico del Movimento cinque stelle. Il ministro lo ha annunciato, commosso, al termine di un lungo discorso nel quale ha sottolineato la necessità di rifondare M5s. “Io mi fido di voi – ha detto – mi fido di noi e di chi verrà dopo di me. Per arrivare fin qui abbiamo fatto salti mortali. Hanno iniziato Beppe e Gianroberto e a loro va tutto il mio grazie di cuore”. Tanti – ha assicurato – mi hanno scritto non mollare. Ma io non mollerò mai il M5S, il Movimento è la mia famiglia.

‘Oggi si chiude un’era. Sono cambiati i punti cardinali della politica, ma noi non vogliamo essere il nuovo nord o il nuovo est. Noi vogliamo essere la bussola’,  ha detto parlando a margine della presentazione del «Team del futuro», la nuova organizzazione basata sui facilitatori regionali che il M5S si è data per affrontare la nuova fase di vita del Movimento. Di Maio ha ricordato i primi dieci anni di vita di quella che definisce una «forza visionaria unica al mondo». Ha enfatizzato i risultati ottenuti, le «leggi che hanno cambiato in meglio la vita degli italiani». E ha promesso: «Anche se il Paese è cambiato, ed è cambiato anche grazie a noi, continueremo ad essere l’incubo di analisti finanziari e politici. E lo saremo ancora, non è finita qui».

Abbiamo approvato 40 leggi in 20 mesi realizzando parte del programma — ha ricordato elencando i provvedimenti simbolo approvati con due diversi governi —. Ci eravamo illusi che questo portasse più voti . Credo che l’insieme di queste leggi e di quelle da approvare creeranno una nuova comunità». «Farci apparire divisi, pasticcioni e autoreferenziali — ha aggiunto — è stato il miglior modo per attaccarci anche perché diversamente da altri non avrebbero mai potuto farci apparire mafiosi, disonesti e ladri».

“Noi dobbiamo pretendere il sacrosanto diritto di essere valutati almeno alla fine dei cinque anni di legislatura. Io penso che il governo debba andare avanti, perché alla fine” della legislatura “i risultati si vedranno ma dobbiamo avere il tempo di mettere a posto il disordine fatto da chi ha governato per trent’anni prima”.

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Le mie funzioni – ha detto Di Maio – passano a Vito Crimi che è il rappresentate anziano del Comitato di garanzia, che ringrazio. Agli Stati generali discuteremo sul cosa, subito dopo gli stati generali passeremo al chi. Sono consapevole – ha detto il ministro – che parte del Movimento è rimasta delusa e si è allontanata. Ho lavorato – ha detto Di Maio – per far crescere il Movimento e proteggerlo dagli approfittatori e dalle trappole lungo il percorso, anche prendendo scelte dure e a volte incomprensibili. La storia ci dice che alcuni la nostra fiducia l’hanno tradita ma per uno che ci ha tradito almeno dieci quella fiducia l’hanno ripagata.

Crimi ha fatto sapere che Di Maio non sarà capo delegazione a governo.

Abbiamo tanti nemici, qualcuno che resiste e che ci fa la guerra. Ma nessuna forza politica è mai stata sconfitta dall’esterno. I peggiori nemici sono quelli che al nostro interno lavorano non per il gruppo ma per la loro visibilità, ha accusato Di Maio. C’è chi è stato nelle retrovie e, senza prendersi responsabilità è uscito allo scoperto solo per pugnalare alle spalle.

Dalle leggi che abbiamo approvato – ha avvertito – non si può tornare indietro. Se proveranno a cancellare la legge anticorruzione, prescrizione o reddito di cittadinanza ci saranno migliaia di persone in piazza per impedirlo. E io sarò con loro.

Di Maio avrebbe anticipato la sua decisione questa mattina nella riunione con i ministri del Movimento.

Le dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico di M5s credo che sul governo non avranno effetti. Sono segnali di un dibattito interno a M5s, che io rispetto, su come stare in questa fase politica. Io penso che schierarsi contro il centrodestra sia un punto dirimente, ha ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti a Rainews 24.

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