Luigi Di Maio, lancia un appello a parlamentari, sindaci, consiglieri comunali e regionali del partito: ‘Non sollevate dubbi su Roma e la Raggi perché vogliono colpire il nostro entusiasmo e la nostra voglia di fare, ma non possiamo permetterglielo. Lo fanno perché siamo gli unici che possono ambire al 40%’. Consideriamo che tutti i sondaggi dicono che quella soglia elettorale in Italia non può essere raggiunta da nessuno, il candidato premier invece di chiamare a raccolta i militanti, si ponga qualche domanda sulle condizioni della Capitale dopo 8 mesi dal verdetto elettorale che ha portato Virginia Raggi in Campidoglio. La città già allora in pieno degrado, adesso nel degrado affonda completamente, assecondata in questo affondamento dall’immobilismo della sindaca, e dalla inadeguatezza di una giunta, che non riesce a turare nemmeno un paio di buche stradali. ‘Allora io da oggi non voglio perdere più tempo a difendermi da accuse fasulle e nei prossimi mesi voglio girare l’Italia per raccontare ai cittadini tutte le cose belle che abbiamo prodotto nelle istituzioni stando all’opposizione e tutto quello che potremo fare una volta al governo. Questo è il momento di svegliarsi. Questo è il momento dell’entusiasmo, dell’orgoglio e della reazione. Io voglio andare a votare perché abbiamo una ricetta per il Paese’, aggiunge il vicepresidente della Camera. ‘Pareva a me che alla tribuna si succedessero non uomini di Stato, ma fratelli gemelli di quel professore che si fermava a tutti i problemi come i cani a tutti i paracarri’, affermava Pietro Nenni nel 1921: ‘L’immobilismo giova alla conservazione, l’alimenta e se ne alimenta. Sembra che il maggior pericolo che incombe sul paese e sulle istituzioni, sia l’immobilismo, sia il rimettersi alle cose che si fanno da sole e quando si fanno da sole si fanno generalmente male. Non siamo su una posizione di attesa, le attese essendo il veleno corrosivo delle democrazie parlamentari’. Questa citazione calza a pennello per Di Maio, per il Movimento Cinque Stelle e per la Raggi, visto che è il momento di dimostrare alla cittadinanza romana di essere quel portento illustrato nel corso della campagna elettorale, che a Roma hanno solo dato prova di tanta voglia di ‘non fare’ o, peggio ancora, di ‘incapacità di fare’.
Cocis