Si apre un altro fronte di scontro all’interno del governo. La polemica tra Salvini e Di Maio riguarda questa volta la figura di Siri, sottosegretario in quota Lega indagato per corruzione.
Luigi Di Maio è stato tra i primi a commentare la vicenda chiedendo le dimissioni di Armando Siri, o almeno suggerendo che un passo indietro del sottosegretario sarebbe opportuno.
“Sarebbe opportuno che il sottosegretario Siri si dimetta. Gli auguro di risultare innocente e siamo pronti a riaccoglierlo nel governo quando la sua posizione sarà chiarita“, ha chiosato il leader del Movimento Cinque Stelle mandando un messaggio alla Lega. Poi il messaggio rivolto direttamente a Matteo Salvini: “Non so se Salvini sia d’accordo con questa mia linea intransigente, ma è mio dovere tutelare il governo e l’integrità delle istituzioni. La questione è morale e politica“.
Decisamente di diverso avviso il leader della Lega Matteo Salvini che ha ribadito di avere piena fiducia in Siri, di averlo sentito e di essere convinto del fatto che sia estraneo ai fatti imputati. Convinzione che resterà intatta fino a prova contraria, ossia quella della legge.
Con una nota diramata sul proprio sito ufficiale, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha reso nota la decisione di Toninelli di revocare le deleghe al sottosegretario Siri. “Alla luce delle indagini delle procure di Roma e Palermo – si legge in una nota del Mit – con il coinvolgimento della direzione investigativa antimafia di Trapani, il ministro delle infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha disposto il ritiro delle deleghe al sottosegretario Armando Siri, in attesa che la vicenda giudiziaria assuma contorni di maggiore chiarezza. Secondo il ministro, una inchiesta per corruzione impone infatti in queste ore massima attenzione e cautela”.