Di Pietro: Una carnevalata. Casini: Siamo in buone mani

La politica italiana si divide sulla conferenza stampa di fine del  presidente del consiglio Mario Monti. Di Pietro parla di “carnevalata”.  Boccia ora chiede “coerenza”. Casini e Della Vedova si sentono “in buone mani”. Cicchitto aspetta le “proposte”. Ma ci sono anche i parlamentari di Grande Sud che bocciano le parole del premier. “Non riservare nel corso della conferenza stampa di fine anno alcun accenno ai temi cruciali dello sviluppo del Sud è una grave dimenticanza che non vorremmo si traducesse in disimpegno”.

Di Pietro. “La conferenza stampa di oggi di Mario Monti è più una trovata da Carnevale che da fine anno”.  Il leader dell’Italia dei Valori boccia senza appello il professore Mario Monti. “Continua – ha aggiunto l’ex Pm – la politica delle televendite, la politica degli annunci auto elogiativi che magnifica i suoi decreti dandogli egli stesso il nome: da ‘Salva-Italia’ a ‘Cresci-Italia’, e in questo caso nemmeno ci ha detto come vuol crescere”. Il Tonino nazionale è un fiume in piena nell’attaccare la conferenza stampa di fine anno del premier. “Al di là delle dichiarazioni dei massimi sistemi sapute e risapute da decenni – continua – più liberalizzazioni, sburocratizzazione, lotta all’evasione fiscale e così via, il presidente del Consiglio ha annunciato provvedimenti sui cui contenuti non è stato in grado di dare alcuna indicazione”. “Sull’accordo anti evasione con la Svizzera – spiega Di Pietro – ha confessato di non sapere nulla; sui problemi del lavoro si è limitato a dire che se ne sta occupando Fornero; nulla anche sulla proposta di reintrodurre il reato di falso in bilancio e sulla lotta all’evasione fiscale”.

Casini. In buone mani. “La conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio mi conforta ulteriormente: siamo in buone mani, nelle migliori possibili per guidare il Paese nella drammatica crisi europea”.  Soddisfatto il leader dell’Udc, principale sostenitore del governo dei professori. “Abbiamo percorso solo un tratto di strada e mi auguro che il senso di responsabilità dei principali leader politici – conclude Casini –  consolidi lo sforzo comune che abbiamo iniziato”.

Cicchitto: Monti ha dato per ora solo i titoli. “Il premier Monti ha dato i titoli per l’inizio del prossimo anno. I titoli come tali son condivisibili: liberalizzazioni, concorrenza, passaggio dalla messa in sicurezza alla crescita in un quadro di equità, riforme del mercato del lavoro, e molto altro ancora. E’ evidente che il dibattito reale a livello politico e parlamentare si potrà sviluppare pienamente quando dai titoli si passerà alla sostanza delle proposte”. “In sostanza – conclude il capogruppo alla camera del Pdl-  è evidente che, dopo una manovra fortemente restrittiva, che noi non avremmo fatto in quei termini, è indispensabile mettere in atto tutte le azioni possibili per la crescita economica”.

Boccia. Premier chiaro, ora coerenza. “La conferenza stampa di Mario Monti conferma che le sfide che abbiamo di fronte sono difficili e inevitabili: alle forze politiche ora tocca la scelta di accettarle, facendo proposte e guardando al bene del paese, oppure di continuare a rosicchiare ai fianchi un governo nato nell’emergenza ma impegnato a superarla”. E’ il pensiero di Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni Economiche del Gruppo del Pd alla Camera. “Il Pd crede nella possibilità di fare le riforme: questo è stato il motivo principale della nostra scelta di sostenere l’esecutivo Monti che oggi si è impegnato ad andare avanti seguendo la bussola della crescita e dell’equità. Occorre per noi avere il coraggio di sostenere l’apertura di tutti i mercati chiusi, di mettere fine agli oligopoli che hanno creato le peggiori incrostazioni nel rapporto tra capitalismo, politica e rappresentanza in Italia. Questo – spiega il deputato del Pd- è il terreno su cui noi non ci tireremo indietro: per queste riforme strutturali ed epocali servono tutte le forze politiche e l’intera legislatura. Speriamo che anche gli altri partiti, quelli che non hanno scelto il terreno della demagogia e del populismo, vorranno misurarsi fino in fondo con le necessità del paese”.

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