Ammonta approssimativamente a 6 milioni di euro l’insieme di beni, mobili e immobili, nella disponibilità di un imprenditore del Casertano, e della sua famiglia, sequestrato oggi dagli investigatori della DIA a fronte del decreto emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione, gli investigatori della D.I.A.). L’imprenditore in questione è Angelo Pontillo, 56 anni, di Capodrise (Caserta), ritenuto vicino al clan Belforte di Marcianise (sempre nel Casertano). Tratto in arresto nel dicembre del 2012 perché responsabile di attività usuraia, Pontillo era stato raggiunto da un provvedimento di sequestro nel 2015 (sempre per il reato di usura aggravata). Era stato arrestato di nuovo nel 2014, con altre 15 persone, per aver fornito l’uso di uno stabile a uomini del clan Belforte. Nel maggio del 2016 era stato condannato dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a 12 anni e 8 mesi di reclusione.
Le indagini, svolte anche grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, hanno consentito di ricostruire un quadro di azioni dell’imprenditore Pontillo che, attraverso la “CO.CEM. S.r.l.”, azienda produttrice di calcestruzzo, favoriva – ed era favorito rispetto alla concorrenza – il clan “Belforte” attraverso segnalazioni sui cantieri che venivano aperti; provvedendo al ritiro delle some estorte; organizzando incontri tra imprenditori estorti e appartenenti al sodalizio criminale. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ed eseguite dalla Polizia di Stato di Caserta, hanno consentito di riscontrare che, nel tempo, “il sistema” criminale ideato da PONTILLO Angelo e dai suoi sodali, definiti anche le “spie del pizzo”, era così collaudato che gli imprenditori che avviavano nuove attività si rivolgevano “spontaneamente” ai fornitori di calcestruzzo contigui al clan, affinché gli indicassero i referenti dell’organizzazione che dovevano contattare per “mettersi a posto”. I beni sequestrati ad Angelo Pontillo e ai suoi familiari sono le quote di partecipazione a 2 imprese con sede in Caserta, operanti nel settore immobiliare; 37 immobili nei comuni di Capodrise, Casapulla, Caserta, Dragoni, Maddaloni e Orta di Atella; 7 rapporti finanziari. Il valore approssimativo dei beni raggiunti dal provvedimento ablativo ammonta a circa 6 milioni di euro.