Diabete: una cattiva ed una buona notizia

I risultati di due recenti studi pubblicati sulla rivista  New England Journal of Medicine attestano  che l’incidenza di quella che è stata definita la malattia del secolo sia aumentata ma che, d’altro canto, si sia ridotto il numero di decessi per ictus e malattie cardiache associate ad entrambi i tipi di diabete.

Nell’ultima decade il numero di diagnosi di diabete di tipo 1, malattia autoimmune dovuta alla distruzione delle cellule beta pancreatiche da parte degli effettori del sistema immunitario con conseguente deficit di insulina proprio dalle cellule pancreatiche prodotta, è aumentato al ritmo dell’1,8% all’anno e in alcuni gruppi di origine ispanica ha toccato valori del 4,2%. La stima di questi dati, non essendo la patologia in alcun modo associata allo stile di vita, desta l’interesse dei ricercatori.

Ma è per il diabete di tipo 2 che le statistiche risultano allarmanti: +4,8% di malati all’anno con un numero di 422 milioni di affetti nel 2016.

Questa forma, diversa dalla prima, interessa il 90% dei malati di diabete e consiste in un disordine metabolico che si manifesta con l’insulino-resistenza da parte delle cellule del nostro organismo per cui il glucosio (zucchero) non riesce a legarsi all’ormone insulina per passare dal sangue all’interno delle cellule dove verrebbe convertito in energia. Di conseguenza aumenta la glicemia (concentrazione del glucosio ematico) con lo sviluppo di sintomi che possono portare alla cancrena degli arti inferiori, disfunzioni renali, cecità e malattie ischemiche, appunto. L’eziologia in questo caso è da ricondursi ad uno stile di vita sedentario, all’obesità, all’uso improprio di glucocorticoidi cui fa seguito un’aspettativa di vita di 10 anni minore rispetto ad un soggetto non affetto.

E’ proprio dal lavoro di gestione di questi fattori di rischio da parte degli esperti che scaturiscono notizie positive le quali evidenziano un miglioramento delle tecniche terapeutiche e di prevenzione pur ammettendo l’assoluto rischio di morte prematura per danneggiamento dell’apparato cardiovascolare con cui correla la patologia.

Clementina Viscardi

                                                                                                                                                             

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