La diamantificazione è un processo che consente di trasformare le ceneri in diamanti, così da omaggiare il defunto e perpetuarne il ricordo nel tempo
Indice
Che cos’è la diamantificazione delle ceneri
Diamantificazione delle ceneri: cenni storici
Il processo di diamantificazione delle ceneri
Disposizioni di Legge
Ceneri del defunto: altre curiose pratiche di conservazione
Che cos’è la diamantificazione delle ceneri
La diamantificazione delle ceneri è un processo che rende possibile trasformare in diamanti le ceneri di un defunto. Rispetto alle tradizionali sepolture e alle classiche cremazioni, la diamantificazione delle ceneri è una pratica commemorativa ad alto grado di innovazione. Apprezzata e diffusa in tutto il mondo, consente di tenere in vita il ricordo di chi è venuto a mancare. In che modo? Indossando un autentico diamante ricavato dalla diamantificazione delle sue ceneri.
L’associazione tra le ceneri di un defunto e la produzione di diamanti ha una valenza fortemente simbolica. Il diamante, minerale particolarmente prezioso e resistente, è considerato il simbolo per eccellenza dell’eternità. La trasformazione delle ceneri in diamanti è, infatti, da intendere non solo come una pratica volta a valorizzare il ricordo del defunto, ma anche come un’occasione per perpetuarne la memoria nel tempo.
Dal processo di diamantificazione delle ceneri è possibile ricavare diamanti da incastonare su anelli, collane, bracciali e orecchini. Le combinazioni possibili sono infinite e il gioiello può essere ampiamente personalizzato sulla base dei propri gusti estetici. Qualsiasi scelta venga compiuta, è importante valorizzi in modo significativo il diamante incastonato. Ciò in virtù dell’unicità dell’oggetto, simbolo di vita eterna.
Diamantificazione delle ceneri: cenni storici
La diamantificazione delle ceneri è una pratica nata dall’intuizione del giovane Rinaldo Willy. Affetto da un tumore maligno, all’età di 37 anni ha iniziato a combattere contro un male invisibile che, nel giro di poco tempo, gli sarebbe costato la vita. Promesso a se stesso che, in caso di morte, non sarebbe stato sottoposto al tradizionale procedimento di sepoltura, fonda la sua azienda.
Algordanza nasce a Domant, comune svizzero del Canton Grigioni, e passa alla storia come la prima azienda al mondo ad aver trasformato le ceneri di un defunto in diamanti. Nonostante sia usanza comune ricondurre l’invenzione di questo procedimento a Rinaldo Willy, la trasformazione della grafite in diamanti è un processo che aveva attirato l’attenzione del chimico francese Antoine-Laurent de Lavoisier già nel ‘700.
Lavoisier si dedicò allo studio di questo processo e tentò di riprodurlo. Tuttavia, mancando alcune delle condizioni necessarie per il corretto svolgimento della procedura, fu costretto ad interrompere i lavori, rinunciando a portarlo a termine e facendo svanire la possibilità di ottenere risultati concreti. È per questo motivo che si tende a pensare alla diamantificazione delle ceneri come una pratica che affonda le sue radici in tempi più recenti.
Il processo di diamantificazione delle ceneri
La trasformazione delle ceneri di un defunto in diamanti è un processo che deve essere affidato all’esperienza di professionisti e che deve essere svolto all’interno di laboratori specializzati ed equipaggiati di strumenti e macchinari sofisticati e all’avanguardia. Trattandosi di una procedura particolarmente lunga e complessa, è bene fare attenzione a questi fattori. Da essi, infatti, dipende la qualità del risultato finale.
La prima fase del processo di diamantificazione delle ceneri corrisponde alla purificazione delle ceneri. Più nello specifico, la prima cosa da fare quando si hanno a disposizione delle ceneri da diamantificare è sottoporle ad un trattamento chimico, il quale consente di estrarre il carbonio da utilizzare come base per il diamante finale.
Il carbonio ottenuto attraverso il processo di purificazione è carbonio allo stato puro e, dunque, grafite. La grafite viene macinata e, successivamente, inserita all’interno di una cellula. Ultimata questa procedura, la cellula viene pressata ed esposta ad elevate temperature. Si tratta di operazioni che consentono di definire la forma finale del diamante.
Si ottiene, così, un diamante grezzo. Per questo motivo, seguono le operazioni di taglio e pulitura, le quali contribuiscono a conferire lucentezza e brillantezza al diamante ricavato. Infine, il prodotto finito viene sottoposto ad appositi processi di verifica. Esaminarne la qualità è importante per facilitare le operazioni di autenticazione e di rilascio dei certificati.
Ottenuti i diamanti dalle ceneri del defunto, chi lo desidera ha la possibilità di personalizzare il diamante. Un’usanza molto frequente è quella di richiedere l’apposizione di un’incisione laser sulla superficie del diamante: soluzione ideale per dare un tocco di personalità in più all’oggetto finito e pronto per essere incastonato su qualsiasi gioiello.
Disposizioni di Legge
In Italia, la diamantificazione delle ceneri del defunto è legale dal 2009. In un primo momento, la politica nazionale ha provato ad inserire la pratica di diamantificazione tra i reati di vilipendio del cadavere, senza successo. Qualche tempo dopo, infatti, la Legge ha riconosciuto come legittima la trasformazione delle ceneri in diamante.
Prima di rivolgersi ad un laboratorio specializzato nella diamantificazione delle ceneri, è bene prestare attenzione alle disposizioni legislative vigenti in materia. Innanzitutto, è necessario recarsi presso gli uffici preposti del Comune di residenza del defunto per chiedere il rilascio del passaporto mortuario, indispensabile per il trasporto della salma. Generalmente rilasciato in poco tempo, il passaporto mortuario consente alla società incaricata della realizzazione del diamante di sottoscrivere una dichiarazione di accoglimento delle ceneri e di dare avvio ai lavori.
Ceneri del defunto: altre curiose pratiche di conservazione
La diamantificazione delle ceneri non è l’unica pratica innovativa di conservazione che è possibile scegliere. In Svezia, e nel 2019 anche nello Stato di Washington, è stata legalizzata, come alternativa alla tradizionale sepoltura o cremazione, la trasformazione dei defunti in humus, ovvero in fertilizzante. Naturale e sostenibile, questa pratica di conservazione consente ingenti risparmi in termini di emissioni inquinanti e importanti guadagni dal punto di vista ambientale. Infatti, il compostaggio dei defunti permette di avere a disposizione concimi naturali e poco trattati da utilizzare su terreni di varia portata.