“Non posso credere a quanti magistrati e avvocati mi abbiano messaggiato per dirmi di andare avanti, che questa cosa non sta in piedi. Per questo sto riflettendo sull’atteggiamento dal tenere in Senato”. Così il vicepremier Matteo Salvini in un colloquio con il Corriere della Sera parla della decisione del tribunale dei ministri di Catania di chiedere l’autorizzazione a procedere in giudizio nei suoi confronti per il caso Diciotti.
“Questa non è una vicenda personale. Anzi, di personale non c’è nulla perché io ovviamente non mi ritengo un sequestratore. Quindi sarei tentato di dire andiamo avanti, processatemi. Però è grave che un potere dello Stato intervenga su un altro potere dello Stato. Al Senato (che deve decidere sul suo caso, ndr) chiederò se siamo ormai in una Repubblica giudiziaria”, ha concluso.