Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha presentato una memoria alla Giunta per le Immunità del Senato che dovrà decidere sulla richiesta del Tribunale dei ministri di Catania di processare il segretario ndella Lega sul caso della nave Diciotti. Alla memoria sono stati allegati anche due documenti firmati uno dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e l’altro dal vicepremier Luigi Di Maio e dal ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli.
La memoria del vice premier, spiega che la vicenda è stata “un’iniziativa del governo italiano coerente con la politica dello Stato sui flussi migratori, peraltro risultante anche dal contratto di Governo, che non può essere svilita come mera presa di posizione politica avulsa dal contesto generale delle strategie governative, specialmente in occasione di un salvataggio avvenuto solo per far fronte alle omissioni di Malta”.
Il dossier presentato da Salvini, dopo aver citato anche le fonti che testimoniano di fatto il dirottamento della nave dalle autorità maltesi verso l’Italia, “dimostra in maniera netta come ogni azione del titolare del Viminale abbia avuto esclusivamente una finalità di pubblico interesse”. Il documento ripercorre i momenti dell’arrivo dei migranti da Malta in Italia: un passaggio importante riguarda la responsabilità per gli oneri di prima accoglienza che sono sempre stati in capo al governo maltese anche quando la Diciotti aveva già attraccato a Catania il 20 agosto 2018.
Nella memoria del capo del Viminale si parla anche di ordine pubblico, “che il ministro dell’Interno ha il dovere, prima ancora che il potere, di tutelare”. “Non si può tacere che l’azione attuativa dell’indirizzo governativo costituisce perseguimento di un preminente interesse pubblico rappresentato anche dalla salvaguardia dell’ordine e della sicurezza pubblica”, messe “a repentaglio da un indiscriminato accesso nel territorio dello Stato”. Concetti espressi anche dal premier Giuseppe Conte “nella sua informativa in Parlamento del 12 settembre”.
Dalla Lega spigano che la memoria del ministro dell’Interno sia esclusivamente “tecnica” e non “politica”, perché “tale è il giudizio che la giunta deve dare sul caso Diciotti”. La memoria, inoltre, “non entra nel merito della sussistenza o meno del reato di sequestro e non contiene, contrariamente a quanto scritto oggi da alcuni giornali, attacchi di sorta ai giudici”.
Il presidente e i componenti della giunta leggeranno il testo giovedì mattina, quando è convocata la riunione alla quale Salvini era stato invitato a presentarsi inviando, in alternativa, una memoria.