“Avevo avvertito la sera prima della lettera al ‘Corriere della Sera’ la presidenza del Consiglio e il vicepremier Di Maio”. Per il vice premier e ministro dell’Interno la missiva inviata a via Solferino non deve essere vista come una mossa per mettere in difficoltà gli alleati di governo. E’ vero che precedentemente, sull’onda delle emozioni, si era detto pronto a farsi processare e così il M5S, sollevato, avrebbe fatto quello chiesto dal suo alleato di governo. Ma il dietrofront di Salvini ha messo in difficoltà i pentastellati, per principio sempre favorevole a concedere l’autorizzazione a procedere nei confronti di un parlamentare, che devono giustificare il loro voto, positivo o negativo, nei confronti dell’alleato di governo e dei propri elettori. La responsabilità politica dell’intero esecutivo, avanza dal premier Giuseppe Conte, per giustificare i grillini sembra non reggere l’urto delle critiche. E così il ministro dell’Interno, parlando a ‘Porta a Porta’, nel salotto politico di Bruno Vespa, giustifica il cambio di strategia in modo laconico. “Io ero tranquillo, dicevo ‘male non fare, paura non avere’. Ma tutti gli amici mi hanno detto che il processo sarebbe stata un’invasione di campo senza precedenti”, e dunque Palazzo Madama deve dire no al processo perché ci sarebbe una invasione di campo della magistratura nella sfera politica. “Il Senato dovrà dire se l’ho fatto per interesse pubblico o mio capriccio personale”. “So che chi sta leggendo le carte dubbi non ne ha, ma non mi voglio sostituire ai senatori”, ha poi affermato il vicepremier. E sui 5 Stelle, ha detto: “Lascio a loro la scelta immagino che voteranno di conseguenza”.
Ma fonti del M5S negano che Luigi Di Maio sapesse del cambio di direzione di Salvini indicato nella lettera inviata al Corriere della Sera. Qualcuno parla, ironicamente ma per far comprendere la delicatezza della vicenda, addirittura di un Di Maio divertito da questa notizia dell’alleato di governo.
Sul caso è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte il quale ha sottolineato come “in merito alla decisione della Giunta del Senato sulla domanda di autorizzazione a procedere avanzata nei confronti del ministro Matteo Salvini per il caso della nave Diciotti, si sta consumando un caso di disinformazione”. “Parlare di immunità è un grande strafalcione giuridico, definire questo voto un Salva-Salvini è un falso che rischia di fuorviare il dibattito pubblico. Bisogna avere chiaro il quesito giuridico a cui saranno chiamati a rispondere i senatori: se abbia agito per il perseguimento di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o di un interesse pubblico inerente alla funzione di governo o se il ministro abbia agito al di fuori del suo ruolo ministeriale per i suoi propri interessi personali”, ha spiegato il presidente del Consiglio.