Difesa. Di Paola: “Tagliare33mila soldati, meno generali e aerei”

Taglia alla difesa per avere un esercito moderno e una “migliore efficacia operativa”. Il ministro della Difesa ha spiegato la ‘cura dimagrante’ alla commissione difesa di Camera e Senato. La parola d’ordine è tagliare, uomini e mezzi.

In 10 anni la Difesa dovrà diminuire il proprio personale del 20%, sia militare che civile. “Bisogna ridurre lo strumento difesa e ricalibrare il personale. Ridurre il personale e recuperare risorse per l’operatività e gli investimenti”, spiega Di Paola. “Attualmente lo strumento militare è di 183mila militari e trentamila civili, dovremmo progressivamente scendere a 150mila militari e 20mila civili. Cioè – continua il ministro della Difesa –  43mila unità in meno, il 20%, rispetto alle dimensione attuale”. La riduzione del personale avverrà in maniera graduale e riguarderà tutte le categorie. La più  colpita sarà quella dei quadri-dirigenti, ovvero gli ammiragli e i generali con taglio del 30%. “Comprendo bene che la riduzione – ha sottolineato Di Paola – significherebbe, in termini aziendali, una ristrutturazione profonda. Di solito si realizza con la cassa integrazione e la mobilità, strumenti non disponibili nel pubblico impiego”. Una sforbiciata riguarderà anche le nuove assunzioni con “ingressi calibrati e ridotti del 20/30%”.
“Con il solo pensionamento naturale – ha aggiunto il ministro della Difesa- ci vorranno 20 anni per ridurre e arriveremmo al 2032, quindi questa mi sembra una prospettiva poco coerente con un discorso di evoluzione rapida”. Le uscite saranno favorite con la mobilita presso la pubblica amministrazione, trasferimenti al civile, aspettativa per i quadri e forme di part time per certe categorie. “Modulando queste misure ed altre che dovrebbero emergere – ha concluso Di Paola – si potrebbe accelerare il percorso di evoluzione ad un regime sostenibile in 10 anni. La riduzione degli effettivi della difesa è un percorso doloroso ma inevitabile”. Tagli che riguarderanno anche i gli strumenti tecnologici in uso ai militari per ‘fare cassa’. Il ministro ha confermato il taglio negli acquisti dei caccia F-35, che verranno ridotti da 131 a 90 velivoli, con una riduzione del 40% rispetto alla commessa originaria. “Joint Strike Fighter -rimarca Di Paola- è il miglior velivolo areo-tattico in via di sviluppo. Un areo di avanzata tecnologia che è nei programmi di ben dieci Paesi. E’ una scelta che permette di ridurre da tre a una le linee aero-tattiche . Consentirà – conclude Di Paola – una straordinaria semplificazione operativa dello strumento militare”.

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