Secondo i dati forniti dalla Commissione europea, gli edifici in Europa sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra. L’impennata dei prezzi dell’energia ha riportato l’attenzione sull’efficienza energetica e sulle misure di risparmio energetico. Migliorare le prestazioni degli edifici europei dovrebbe abbassare le bollette e la dipendenza Ue dalle importazioni di energia. Questo lo spirito che anima la nuova, necessaria ma contestata, direttiva green europea sulle case, che ha appena incassato l’ok del Parlamento Ue, e che vede il governo Meloni in prima linea a guidare il fronte del ‘no’.
“Vogliamo che la direttiva riduca la povertà energetica e le emissioni, e garantisca migliori ambienti interni per la salute delle persone. Si tratta di una strategia di crescita per l’Europa – assicura il relatore Ciarán Cuffe del gruppo Verdi/ALE, IE – che creerà centinaia di migliaia di posti di lavoro locali e di buona qualità nell’edilizia, nelle ristrutturazioni e nelle energie rinnovabili, migliorando il benessere di milioni di persone che vivono in Europa”.
Martedì 14 marzo, il Parlamento europeo ha approvato il mandato negoziale su una proposta di legge per aumentare il tasso di ristrutturazioni e ridurre consumo energetico e emissioni nel settore edilizio: 343 i “sì”, 216 i “no” e 78 le “astensioni”. Il prossimo step ora riguarda i deputati, che avvieranno i negoziati con i governi dei 27 Paesi UE per concordare la forma definitiva del provvedimento
Gli obiettivi Ue anti-inquinamento: le date
Forse ancora molti non sanno che, nell‘accordo di Parigi, adottato nel dicembre 2015 nell’ambito della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), i Paesi hanno deciso di mantenere l’aumento medio della temperatura globale ben al di sotto dei 2 °C rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi atti a limitarlo a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali.
Nel novembre 2021 le parti del patto di Glasgow per il clima hanno ribadito che mantenere l’aumento medio della temperatura globale a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali ridurrebbe in misura significativa i rischi e l’impatto dei cambiamenti climatici, e si sono impegnate a rafforzare i loro obiettivi per il 2030 entro la fine del 2022.
Come annunciato nel Green Deal, il 14 ottobre 2020 la Commissione ha presentato la strategia per le ristrutturazioni, che contiene un piano d’azione con misure normative, finanziarie e di sostegno concrete per i prossimi anni e persegue l’obiettivo di raddoppiare, quanto meno, il tasso annuo di ristrutturazioni energetiche degli edifici entro il 2030. L’obiettivo è promuovere la ristrutturazione profonda di oltre 35 milioni di edifici e la creazione di oltre 160mila posti di lavoro nel settore edile.
La cosiddetta Normativa europea sul clima adottata nel 2021 inscrive nel diritto dell’Unione l’obiettivo della neutralità climatica in tutti i settori dell’economia da raggiungere al più tardi entro il 2050 e stabilisce l’impegno vincolante dell’Unione per una riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030.
Con il pacchetto legislativo “Pronti per il 55 %”, annunciato dalla Commissione poi nel programma di lavoro per il 2021, Bruxelles è intervenuta sui temi dell’efficienza energetica, delle energie rinnovabili, dell’uso del suolo, della tassazione dell’energia, della condivisione degli sforzi, dello scambio di quote di emissione e delle infrastrutture per i combustibili alternativi.
Il progetto di un “nuovo Bauhaus europeo“
Oggi, la revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia è uno dei passi necessari per realizzare questo piano. La strategia messa in campo dovrebbe anche portare a realizzare l’iniziativa del cosiddetto “nuovo Bauhaus europeo” e la missione europea sulle città intelligenti e a impatto climatico zero.
L’idea è una società più inclusiva che promuova il benessere di tutti in linea con ciò che è stato, storicamente, il movimento Bauhaus, che ha contribuito all’inclusione sociale e al benessere dei cittadini e, in particolare, dei lavoratori.
Bruxelles ha stabilito che i vari piani nazionali di ristrutturazione che verranno varati per rispettare le nuove norme prevedano forme di aiuto economico per facilitare l’accesso alle sovvenzioni e ai finanziamenti.
Gli Stati membri dovranno allestire punti di informazione e programmi di ristrutturazione neutri dal punto di vista dei costi. Non solo: i regimi finanziari dovranno prevedere un premio cospicuo per le cosiddette ristrutturazioni profonde, in particolare nel caso degli edifici con le prestazioni peggiori, e sovvenzioni e sussidi mirati destinati alle famiglie in difficoltà economica.
Direttiva case green: cosa cambia e quando, le nuove regole
Obiettivi della proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia sono come detto una sostanziale riduzione delle emissioni di gas serra e del consumo energetico nel settore immobiliare entro il 2030, e la neutralità climatica entro il 2050. Ma anche la ristrutturazione di un più ampio numero di edifici inefficienti dal punto di vista energetico e il miglioramento della condivisione delle informazioni sul rendimento energetico.
Cosa cambia dunque nel concreto con la nuova direttiva green? Ecco qui riassunte le principali novità, con una distinzione importante tra vecchi e nuovi edifici.
Quando e chi deve adeguarsi alle nuove regole
Gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche, come lavori di isolamento termico o rinnovo dell’impianto di riscaldamento, dovranno essere effettuati al momento:
- dell’ingresso di un nuovo inquilino in caso di affitto
- della vendita di un immobile
- della ristrutturazione dell’edificio.
Per prendere in considerazione le differenti situazioni di partenza in cui si trovano i vari Paesi europei a livello immobiliare, nella classificazione di efficienza energetica, che va dalla lettera A alla G, la classe G dovrà corrispondere al 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Stato membro.
Sarà ciascun Paese UE a definire internamente le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi nei rispettivi piani nazionali di ristrutturazioni.
Cosa cambia per i nuovi edifici
Ecco le nuove regole per gli edifici – case singole e palazzi – di nuova costruzione:
- tutti i nuovi edifici privati, cioè i palazzi e le case di nuova costruzione in tutta l’Unione europea, quindi anche in Italia, dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028
- tutti i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle amministrazioni pubbliche dovranno adeguarsi prima, cioè a partire dal 2026
- tutti i nuovi edifici per cui sarà tecnicamente ed economicamente possibile dovranno inoltre dotarsi di impianti a energia solare entro il 2028
Cosa cambia per gli edifici già esistenti
Ecco invece le regole per gli edifici già esistenti, che riguardano la stragrande maggioranza delle città italiane:
- gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033
- gli edifici non residenziali e quelli pubblici dovranno raggiungere la classe E entro il 2027 e la classe D entro il 2030
- gli edifici residenziali che verranno ristrutturati dovranno diventare a zero emissioni entro il 2032.