Direzione Pd, Renzi: l’Italia non si tira indietro, ma no a una Libia bis

Gentiloni: il 13 novembre si è girata una pagina della storia.

L’Italia non si tirerà “indietro”, ma guai ad avere una “Libia bis”, perché “le conseguenze che dovremmo pagare” saranno “superiori a quelle che è lecito attendersi”. Così interviene il premier Matteo Renzi durante i lavori alla direzione del Pd. Lavori, questi, che “saranno dedicati solo alla politica estera e alle questioni internazionali”, specifica il presidente dem, Matteo Orfini, a inizio lavori sottolineando però che “nelle prossime settimane o mesi ci sarà la discussione sulla vicenda politica interna e sulla campagna elettorale delle amministrative”.

Dunque, una direzione all’insegna della politica estera che oggi si fa “partendo dal modo con cui si governano le periferie”, evidenzia Renzi. “Oggi ti rendi conto che o hai uno sguardo ampio o non sei in grado di dare una risposta profonda e all’altezza delle sfide”. Il Premier passa poi a illustrare il calendario che attenderà l’Italia. “Tra venerdì e domenica avremo altri appuntamenti internazionali e domenica il Consiglio europeo sulle questioni dell’immigrazione”, spiega. “Talvolta a Bruxelles diamo l’idea di essere sull’emergenza precedente: facciamo disgregazione sull’identità europea e a due km in linea d’aria da dove arrivano carovane di ministri c’è Molenbeek, quella che viene percepita come la capitale della disintegrazione europea”, ha detto il premier, aggiungendo che “una delle cose che mi ha fatto impressione è che la maggioranza delle persone che è morta al Bataclan era più giovane di me. C’è una generazione che è stata colpita che è quella che va allo stadio, che va a a teatro, a Tunisi quella che va al museo”.

E proprio sulla strage al Bataclam si è soffermato Paolo Gentiloni.”Il 13 novembre – ha ricordato il Ministro degli Esteri – si è girata una pagina di storia. Per il governo e per il profilo politico-culturale del Pd si apre una sfida decisiva”. Quello che è successo sicuramente ci ha colpito tutti, un fatto tragico che ci porta a “che siamo sotto attacco da parte del terrorismo e dobbiamo reagire combattendo il terrorismo”, ma non parliamo di “guerra”, ha rassicurato il Ministro. Gentiloni ha poi aggiunto: “Capisco perfettamente che Hollande abbia usato la parola guerra e capisco che altri grandi Paesi occidentali come Usa, Germania e Gran Bretagna non abbiano usato questo tipo di espressione”.

“L’impegno dell’Italia è tanto e non si è mosso solo sulla scia dell’emotività”, ha detto durante il suo intervento Roberta Pinotti, ministro della Difesa, spiegando che  “la decisione di avere un contingente molto numeroso e anche l’impostazione del decreto che prevede un aumento del contingente è un elemento precedente” ai fatti di Parigi. “Oggi siamo il principale contingente europeo e il lavoro di formazione non è inutile”, aggiunge, ricordando le città riprese “dai peshmerga e i yazidi che noi stiamo addestrando”.

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