‘Nessuno potrà trarre conclusioni, perché questa tappa deve costituire il primo appuntamento di una serie che porrei come metodo, ed oggi iniziamo una discussione. Propongo un secondo seminario alla festa dell’Unità il 5 o 6 settembre, e poi, il 15 o 16, con la definizione di un masterplan del Pd attraverso una serie di iniziative concrete frutto di questa nostra discussione. C’è tanto spazio per intervenire, quello che manca è una assunzione di responsabilità da parte nostra, e chiedo a ciascuno di fare uno sforzo comune per uscire dalla cultura per cui il declino è il nostro destino. Il Pd ha bisogno non di ennesime discussioni filosofiche e culturali, ma di concretezza. E’ ora di finirla di dire di chi è la colpa, ora è del Pd. Non c’è bisogno di trovare un colpevole ma un responsabile, che è sempre il Pd. L’hashtag di oggi è zero chiacchiere. L’Italia è ripartita, il Sud ancora no. Il Nord ha numeri reali e concreti, ed è un problema innanzitutto politico quello del Sud. Il problema del Sud non è la mancanza di soldi ma la mancanza di politica, e non riapriamo la discussione sui troppi o pochi soldi ma sulla capacità di avere a Roma una visione e sui territori una leadership che non è inseguire il consenso. Se non ci sono queste due cose insieme, la discussione è chiusa. E’ un elemento positivo straordinario delle ultime elezioni che, nel giro di un anno, si è fatto filotto, visto che il Pd governa in tutte le regioni del Sud. L’unico esempio di allineamento planetario al Sud di questo tipo è il 61 a 0 con cui il centrosinistra perse in Sicilia. O siamo in condizione di prendere noi per mano il Sud o il fallimento è di tutti. Se qui dentro qualcuno immagina di utilizzare il Pd per strumentalizzare la discussione sul Sud a fini interni commette un errore clamoroso, perché è la principale opportunità che abbiamo e non si piega a fini correntizi. Rottamare il piagnisteo non vuol dire non denunciare ciò che non va, ma ricordarsi che ti pagano per risolvere il problema. Non è vero, secondo un cliché prestabilito, che il Mezzogiorno è la cosa peggiore in Europa. Solo dirlo è un elemento di anticrescita per lo stesso Sud. Se non archiviamo il racconto di noi stessi basato sulla pigrizia intellettuale di chi non sa riconoscere le cose che stiamo facendo non saremo mai credibili. Se il Sud è in difficoltà è inutile attribuirne la responsabilità a chi ha abbandonato il Sud. La retorica Sud abbandonato è autoassolutoria per una parte dei dirigenti del Mezzogiorno ed è un elemento che concorre alla crisi del Sud. Andrò con Vincenzo De Luca nella terra dei fuochi dove in tre anni andremo a togliere le ecoballe. Se l’Italia si è rimessa in moto è merito del Pd, dire che è merito del Qe della Bce è da economisti del Mulino bianco, perché meno male che il Qe c’è, ma aiuta sulle turbolenze finanziarie e la ripartenza dei consumi deriva da altro’. Il premier in un passaggio del suo intervento ripercorre le riforme approvate in Parlamento: ‘Non sottovaluto le questioni politiche che stanno alla base del fatto che alcuni di noi non hanno votato la fiducia su alcuni provvedimenti di riforma, che è segno di resistenze profonde. Non si è mai visto in un periodo così stretto fare riforme così oggettivamente importanti. Lavori e iniziative sono state di una potenza impressionante. Qualcuno potrebbe dire che con quello che abbiamo fatto è stato restituito significato a questa legislatura. Io dico che non basta, perché c’è da completare il percorso delle riforme, ma anche di restituire senso delle istituzioni iniziando un percorso che durerà anni di ricostruzione del senso dello Stato. In questi mesi di governo la maggioranza non è mai mancata e devo dire, mai mancherà, vedendo i numeri’. Presenti alla Direzione anche i governatori del meridione, da Vincenzo De Luca a Rosario Crocetta. Al Nazareno sono giunti alla spicciolata anche diversi esponenti della minoranza Pd, da Pier Luigi Bersani a Gianni Cuperlo e Roberto Speranza. Per il governo erano presenti, tra gli altri, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ed il sottosegretario alla presidenza Claudio De Vincenti. Matteo devi credere che siamo a disposizione del segretario del Partito Democratico, di questioni correntizie non ce ne frega niente, dice nel suo intervento il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ed abbiamo bisogno solo di poter collaborare e condividere le strategie. ‘Nel Sud c’è un sistema sociale extra-legale fondato sul presupposto che non esiste un’autorità pubblica. Noi abbiamo l’opportunità di presentare una classe dirigente meridionale non stracciona e serve proprio una classe dirigente non orientata a utilizzare lo Stato come luogo della clientela politica di massa, ma come luogo della soluzione dei problemi’, afferma il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Per De Luca la questione meridionale è scomparsa dalla scena politica nazionale da venti anni e ciò è dovuto a diversi motivi, tra i quali la scomparsa dei grandi soggetti politici, l’affermazione leghista, di un senso comune leghista e di una questione settentrionale che è vera e da considerare con l’attenzione necessaria. Ma ciò è accaduto, spiega, anche per la responsabilità di tanta parte della classe dirigente meridionale. Riproponiamo il vincolo per i grandi gruppi imprenditoriali di destinare gran parte investimenti al Sud. Credo che su Finmeccanica, Fincantieri, Eni, Enel, occorre decidere che il 60-70% dei nuovi investimenti siano orientati sul Sud, altrimenti facciamo solo liturgie, afferma De Luca. ‘Dobbiamo avere nuove infrastrutture per far si che il sud diventi la piattaforma logistica dell’Italia e dell’Europa’. Renzi chiude i lavori della direzione Pd ricordando che ‘la citazione puntuale e costante della lotta alla mafia come priorita’ assoluta solo del Sud alla lunga e’ un elemento sterile se non e’ accompagnato dai fatti. Il tema della legalita’ non e’ solo un tema del Sud, non solo perche’ riguarda anche il Nord, ma perchè e’ un tema generale’.
Roberto Cristiano