Il fermo immagine tratto da L'Unità.tv mostra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante il suo intervento alla direzione del Partito Democratico a Roma, 4 luglio 2016. ANSA/ WEB/ FERMO IMMAGINE L'UNITA'.TV +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES - NO TV +++

Direzione Pd tra Renzi e referendum

Matteo Renzi proietta il video del discorso di Giorgio Napolitano, quando alla rielezione sferzò il Parlamento per le mancate riforme:  ‘Lo avete applaudito voi in quell’Aula, io ero a Palazzo Vecchio’, dice ai dirigenti del Pd riuniti per la direzione. Ma non riesce a impedire che i mal di pancia che, alla vigilia dell’appuntamento  del referendum costituzionale, emergano non più solo dalla minoranza ma anche dalla maggioranza del partito. E si trasformino in direzione in un durissimo scontro. Con uno scambio reciproco di accuse, come quella di Gianni Cuperlo che attacca così il premier: ‘Esci dal talent dell’Italia stereotipata’. In un’ora e mezza di discorso il premier avverte i colleghi che non si farà logorare né ‘mangiare’ come è successo in passato ad altri leader. E sul referendum avverte: ‘In caso di ‘no’ il premier, il governo e,  ma non spetta a me dirlo,  anche il Parlamento, dovrebbe prenderne atto’. La direzione, convocata dopo i ballottaggi e rinviata causa Brexit, dura cinque ore e per la prima volta in ‘era renziana’ vede salire sul palco tutti i capi delle aree che compongono il partito. Il segretario se lo aspetta e li anticipa con un lungo discorso: dal terrorismo, fino alla necessità di cambiare l’Europa. Un passaggio delicato è quello sulle banche: ‘Noi i risparmi li salviamo nonostante le regole Ue’ ma anche dal Pd sono giunte, osserva, polemiche ingiustificate e indecenti. Anche sulle politiche del governo, il premier non accetta che gli si chieda un cambio di rotta perché, avverte, si può sempre cambiare quello che non va, ma serve l’onestà intellettuale di riconoscere che da quando il Pd governa c’è qualche tassa in meno e qualche diritto in più. Mi discosto per un attimo dalla direzione Pd, riallacciandomi a Cuperlo, all’Italia e   all’Unione europea. A tutti è noto che le notizie possono essere vere, false e dette ‘bufale’, e verosimili. In contemporanea alla Direzione Pd è circolata in tempo reale una ‘bufaletta’ graziosa e simpatica che ben dipinge una incontrovertibile realtà. Ascoltatela:  Il Presidente Russo Vladimir Putin, Primo Rappresentante della Federazione Russa, durante l’intervento del Presidente del Consiglio Italiano, Matteo Renzi, ad un certo punto ha interrotto l’intervento di quest’ultimo prendendo la parola nonostante in quel momento non avesse diritto di parola. Queste le fortissime parole dell’ ex funzionario del KGB Russo nei confronti del nostro Paese e dei suoi governanti. Le sue Presidente Renzi sono parole vuote, prive di un reale senso politico, personalmente reputo il mio tempo importante e non ho intenzione di continuare a perderlo ascoltando i suoi inuitli piagnistei. Sono mesi che l’Italia ed i suoi rappresentanti qui presso questa corte, non fanno altro che lamentarsi accampando costantemente scuse e facendo richieste che in realtà altro non sono che vani tentativi di nascondere l’incapacità sua e dei politici Italiani di governare con criterio il Vostro Paese. Quello che i miei illustri colleghi non hanno il coraggio di dirvi, è che in Europa ormai non contate più nulla, siete solo il fanalino di coda, avete perso ogni forma di autorità che vi contraddistingueva quando c’era il mio Amico Silvio Berlusconi a capo del vostro Paese; non siete in grado di affrontare il vostro debito pubblico, ne il problema dell’immigrazione. State affamando il vostro Paese,  avete tagliato i fondi per l’Istruzione e la Sanità, due cose che ormai sono le persone benestanti possono permettersi; state educando le nuove generazioni all’ignoranza, non pensando che quelli sono gli stessi giovani che un giorno prenderanno in mano le redini del vostro stesso Paese.  Guardate la grande Madre Patria Russia, essa prospera, l’economia è in forte, fortissima ripresa dopo la crisi che ha colpito il mondo intero; noi ci prendiamo cura dei nostri giovani e non abbandoniamo chi ha bisogno di aiuto. In quello che ho appena detto, caro Primo Ministro ci sono molti consigli che vi invito a carpire, io non ho intenzione di perdere ulteriormente tempo, arrivederci… Un missile sparato contro Renzi a velocità supersonica. La ‘bufaletta’ è verosimile perché dipinge una innegabile realtà. Tornando alla Direzione Pd Renzi continua: ‘E ai bersaniani che hanno minacciato di non votare più la fiducia sui temi sociali, la risposta è netta perché  Jobs act è la più grande legge di sinistra. E abbiamo aperto il più grande cantiere sociale. Perché la legislatura possa completare le riforme attese da venti anni e proseguire è necessario il sì alla referendum costituzionale,  non con la minaccia  della recessione paventata da Confindustria in caso di vittoria del no ma come passaggio cruciale non per il mio destino personale ma per la credibilità della politica. Il premier smentisce che il Pd abbia difficoltà a raccogliere le firme  e rivendica di non avere paura di metterci la faccia. Ma, avverte, se la riforma viene bocciata l’intero Parlamento,  ma su questo, è consapevole, decide il capo dello Stato,   dovrebbe dimettersi. A chi, come Roberto Formigoni, da Ncd minaccia di togliere la fiducia al governo, Renzi replica: “Non tremiamo mica”. E alle “correnti” che nel Pd si agitano, arriva una stoccata decisa: “Radio Transatlantico dice che i renziani dell’ultima ora scendono dal carro… quando cercheranno di risalire troveranno occupato. Qui nessuno è garantito, a partire da me. Finché ci sono io, le correnti non torneranno a guidare il partito: ‘Se volete cacciarmi vincete il congresso. La stagione in cui qualcuno dall’alto della sua intelligenza si diverte ad abbattere il leader è finita; no alla strategia del Conte Ugolino…

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