Diritto e rovescio tra Mario Monti e Giorgia Meloni

Mario Monti riconosce nelle mosse della presidente di FdI, leader in pectore, una grande prova da leader. L’ex premier sottolinea un aspetto che soprattutto l’ha colpito in riferimento alla gestione del ‘caso Ronzulli’ dove Giorgia Meloni ha dato ‘vera prova di leadership’.

“Conosco la senatrice da giovanissima parlamentare europea, persona che si è molto attivata e sulla quale non spetta a me formulare giudizi. Mi preme invece sottolineare che da parte di Giorgia Meloni questo è stato un notevole atto da leader all’interno della coalizione”.  La lettura che lui dà della risolutezza con cui la Meloni non ha accondisceso a dare alla Ronzulli il ministero che per lei chiedeva Berlusconi è una “doppia lezione”. Un’analisi non certo banale”. Una prova di grande maturità politica.

Il segnale che la Meloni avrebbe dato nella lettura sofisticata di Mario Monti è l’avvertimento agli alleati Lega e Fi. “Risulta che le sue difficoltà di fronte all’ipotesi Ronzulli ministra – dice Monti- come chiedevano Berlusconi e Salvini, derivassero dal rapporto politico molto stretto che entrambi i leader hanno con la Ronzulli”.

“E’ molto importante che presto, prima dell’inizio del governo, ci sia una prova di leadership. Qualche mese fa – ricorda il senatore a vita- lei disse che non si sarebbe ispirata a Marine Le Pen ma a Margaret Thatcher. Ebbene, penso,  che in questa prima prova di leader ci sia molto Margaret Thatcher”.

“E’ indispensabile che un presidente del Consiglio sia leader a quel tavolo. Lei è più giovane d’età e politicamente dei suoi alleati. Il suo partito è più recente rispetto a Lega e FI. E il suo successo è più recente. Data anche la cultura di Salvini e Berlusconi,  non è per niente facile che una donna con queste caratteristiche affermi la propria leadership. In questo caso è stato incontestabile”.

Da parte sua la presidente di Fratelli d’Italia non è altrettanto gentile con lui: ‘Dopo le agghiaccianti dichiarazioni sull’informazione “meno democratica” – scrive la leader di FdI sui Social – ora si passa direttamente alle offese nei confronti dell’intera popolazione italiana. Parole di una gravità unica, soprattutto se pronunciate da un ex presidente del Consiglio. Che tristezza».

Giorgia Meloni fa riferimento all’ennesima intemerata contro gli italiani di Monti. In tanti sono saltati sulla sedia ascoltando ciò che il senatore a vita (nominato da Giorgio Napolitano) ha detto  su La7 In Onda. L’ex premier è tornato a mostrare la sua vera natura. Quella di un burocrate che vive nella sua torre eburnea ed è costretto a interfacciarsi con i poveri comuni mortali.

«C’è scarso livello di preparazione da parte del popolo italiano», ha detto a Concita De Gregorio e David Parenzo, nel capire il dibattito sul Covid che domina in buona parte dei programmi tv. «Ognuno ha il diritto di voto, sacrosanto». Tuttavia il livello culturale scarso degli italiani si ripercuote anche sui «giudizi politici» di questi ultimi. «È una lacuna grave e storica dell’opinione pubblica italiana. Io non ho parlato dei no vax (sette giorni fa a In Onda, ndr) ma ho ripetuto con parole infelici quanto detto a marzo nel 2020 dicendo che se in tv si parla solo di della pandemia nasce la disinformazione». Insomma, gli italiani sono ignoranti quindi votano male.

E pensare che appena una settimana fa, nello stesso salotto tv, Monti aveva usato delle espressioni altrettanto gravi. Aveva dissertato, salvo poi ammettere di avere usato espressioni sbagliate, che sulla pandemia «non abbiamo usato una politica di comunicazione adatta alla guerra. Bisognerà trovare un sistema che concili la libertà di espressione ma che dosi dall’alto l’informazione. Parlando continuamente di Covid si fanno solo disastri. Comunicazione di guerra significa che ci deve essere un dosaggio dell’informazione». Infine, aveva pronunciato la frase agghiacciante: «Bisogna trovare delle modalità meno democratiche» di comunicare.

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