L’analisi delle scatole nere non lascia dubbi. Andreas Lubitz si è barricato in cabina, col comandante lasciato fuori, ed ha lanciato l’airbus della GermanWings contro la montagna monti. Secondo il sito web che monitora i voli civili Flightradar24, i dati del transponder mostrano che l’autopilota del volo 9525 della Germanwings è stato riprogrammato da qualcuno in cabina di pilotaggio in modo da modificare l’altitudine dell’aereo da 38.000 a 100 piedi. Tra le 9:30’52” e le 9:30’55”, si legge sul forum di Flightradar24, l’autopilota è stato modificato manualmente da 38.000 piedi a 100 piedi e 9 secondi dopo l’aereo ha iniziato a scendere, probabilmente con l’impostazione ‘discesa aperta’ dell’autopilota. Si è quindi schiantato di proposito, provocando una carneficina. Il copilota dell’Airbus Gernanbwings, un tedesco di 28 anni, si era barricato all’interno della cabina con l’intenzione di distruggere l’aereo. E il comandante ha cercato invano di sfondare la porta per scongiurare il disastro tra le urla dei passeggeri. E’ il racconto scioccante della prima scatola nera dell’airbus del Germanwings ritrovata. Prima il copilota Andreas Lubitz ed il comandante chiacchieravano. Poi il comandante è uscito fuori dalla cabina ma al ritorno ha trovato trova la porta sbarrata ed ha cercato di aprirla. Il resto è sotto gli occhi del mondo con lo schianto dell’aereo sulle Alpi, con150 persone a bordo, che si sono accorte all’ultimo momento di quello che stava succedendo e si sono messe a urlare. Vittime in un dramma che pian piano sta trovando delle spiegazioni. I passeggeri si sono accorti all’ultimo momento di quello che stava succedendo e si sono messi a urlare. Andreas Lubitz, 28 anniAndreas ed originario di Montabaur (Renania-Palatinato), era di nazionalità tedesca ed aveva superato brillantemente tutti i test medici e psicologici. Aveva iniziato a volare con la compagnia Lufthansa dal settembre del 2013 e aveva 630 ore di volo. “Non è possibile escludere che casi come questo possano accadere, anche con tutte le misure di sicurezza del mondo”, ha detto Carsten Spohr, amministratore delegato di Lufthansa. Lubitz ha iniziato l’addestramento nel 2008 e sei anni fa l’ha interrotto per un periodo piuttosto lungo. Il capitano, invece, aveva più di 6mila ore di volo ed era pilota della Germanwings dal maggio 2014. In precedenza aveva lavorato per la Lufthansa e per Condor. Lubitz avrebbe sospeso il suo addestramento come pilota per ”una sindrome da burnout, una depressione”, almeno secondo quanto scrive il sito del quotidiano tedesco Faz citando la madre di un’amica d’infanzia, con cui cui il 28enne si sarebbe confidato in passato. Nel frattempo emergono dettagli sulla vita di Lubitz. Stando a quanto rivela il quotidiano tedesco Bild, aveva avuto una grossa crisi con la sua fidanzata prima del disastro e aveva il cuore spezzato. Gli investigatori stanno attualmente seguendo con forza questa linea di inchiesta. Un pizzaiolo di Dusseldorf ha raccontato di aver visto spesso nel suo locale il copilota con una ragazza. Sempre secondo il quotidiano tedesco Bild, che ha avuto accesso ai documenti ufficiali dell’Autorità tedesca di supervisione del trasporto aereo, Lubitz sei anni fa ha sofferto di una grave forma depressiva ed è stato seguito regolarmente dal punto di vista medico. Il 27enne, rivela il giornale, ha attraversato un episodio depressivo pesante nel 2009 ed è stato sottoposto a cure psichiatriche. Da allora Lubitz seguiva un trattamento medico particolare e regolare. Queste informazioni, aggiunge il quotidiano, erano state trasmesse a Lufthansa, la compagnia aerea tedesca della quale fa parte Germanwings. Sul fronte delle indagini, la polizia della città tedesca di Montabaur, insieme a un uomo coperto da una giacca per non rivelare la sua identità, si è recata nell’abitazione dei genitori del ragazzo e ha portato via diverso materiale, tra cui un computer, che potrebbe essere utile alle indagini. Perquisito anche l’appartamento di Lubitz a Dusseldorf, da dove gli inquirenti hanno portato via diversi oggetti. “Le autorità francesi non ci hanno dato alcuna informazione specifica riguardo a ciò che dovremmo cercare, ma ovviamente setacceremo l’intero appartamento”, ha detto il portavoce della polizia Markus Niesczery. Intanto continuano a emergere dettagli sulla dinamica della tragedia. Il pilota, chiuso fuori dalla cabina, avrebbe cercato di buttare giù la porta blindata con un’ascia nel tentativo disperato di evitare il disastro. Lo scrive il quotidiano tedesco Bild citando fonti della sicurezza. La notizia non è stata confermata dalla compagnia, ma un portavoce di Germanwings ha effettivamente riconosciuto che a bordo c’era anche un’ascia, un arnese che fa parte delle apparecchiature di sicurezza di un A320. Oltre al dolore per la perdita dei propri cari, gli psicologi chiamati ad assistere i parenti delle vittime della Germanwings dovranno ora occuparsi anche della loro rabbia. Lo sostengono gli stessi psicologi dopo la notizia che a causare la tragedia aerea sia stata l’azione volontaria del copilota. E’ difficile accettare la morte improvvisa di un proprio caro, spiegano, lo è ancora di più se a causarla è stata l’azione deliberata di qualcuno. In questi casi, la rabbia diventa alleata del dolore e lo rende ancora più grande. “Quando una persona trascina con sè nella morte altre 149 persone, non è suicidio, è un’altra cosa”, ha detto il presidente di Lufthansa, Carsten Spohr: ”Anche se non sono un giurista”, ha precisato. ”siamo scioccati, possiamo solo speculare sui motivi. Non abbiamo conoscenza di quel che ha potuto muovere il copilota a fare questa terribile scelta”. L’aereo era azionato con il comando automatico. Il comandante aveva detto al pilota: ‘Ti lascio il comando’ ed è andato in bagno. Poi il copilota ha bloccato l’accesso alla cabina e si è rifiutato di aprire. Ai comandi dell’aereo c’era quindi il copilota e, stando ai dati recuperati dalla scatola nera, era vivo al momento dell’impatto. E’ dunque rimasto solo in cabina ed ha attivato i bottoni per azionare la discesa dell’aeroplano.
Cocis