Disgelo tra il premier, Mattero Renzi, e il presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker. Al centro del colloquio i principali nodi dell’Unione Europea, dalla crescita all’immigrazione. Juncker è arrivato a Roma per ‘building bridges’, per costruire ponti e ricucire con Matteo Renzi, voltare pagina rispetto ai dissapori del recente passato e discutere assieme di immigrazione, economia e investimenti. E più in generale, spiegano fonti europee, per rilanciare assieme l’integrazione europea, mai come oggi minacciata dai crescenti egoismi nazionali. Al termine del faccia a faccia a Palazzo Chigi, il presidente del consiglio ha promosso la linea di Bruxelles sulla flessibilità, spiegando di non chiedere cambiamenti. E Juncker ha tenuto a sottolineare che la Commissione da lui presieduta non è un raggruppamento di tecnocrati e burocrati a favore di un’austerità sciocca. Quindi, ha lodato l’Italia: ‘E’ una grande paese, fondatore dell’Europa, quando si dice Roma si dice Europa e viceversa. C’è un’ampia identità di vedute, più punti di incontro che parziali disaccordi, a volte maldestri’. Credo che sia per noi un momento importante quello della visita di Juncker, ha esordito il premier in conferenza stampa: ‘Gli abbiamo dato il benvenuto con una notizia. Per l’Italia siamo al record storico di infrazioni in senso di riduzione delle procedure. Siamo passati da 199 procedure di infrazione quando siamo andati al governo alle 83 di oggi. Il governo è dalla parte delle regole, crede nel rispetto delle regole e fa di tutto per esser all’avanguardia e condividiamo la linea della Commissione sulla flessibilità. Per noi il riferimento è quello che ha scritto la Commissione europea sulla flessibilità, non chiediamo di cambiare’. Curioso che dopo l’inglese e il francese ‘traballanti’, il premier cada anche sul latino. Durante la visita di Junker, Renzi stava cercando di rassicurare i partner europei delle buone intenzioni dell’Italia. Si parlava della flessibilità che l’Europa è restia a concedere: ‘Siamo sempre per più flessibilità ma per noi vale quello che ha scritto la Commissione nella cominucazione del 13 gennaio, – hic manibimus optimes-’. L’inglese si può discutere, il francese anche. Ma il latino ‘no’. Intanto alle sue spalle Junker rideva di lui. Senza nascondersi molto. Quanto all’altro tema sul tavolo dell’incontro, quello dei migranti, Juncker ha detto che l’Italia è un modello per gli altri Paesi dell’Ue. Ha tenuto una condotta esemplare nella crisi dei migranti e potrebbe essere da modello per altri Paesi europei molto più esitanti.
Cocis