Disoccupato da sei mesi, muratore suicida nel casertano

La crisi fa un’altra vittima. Questa volta a togliersi la vita è Alfonso Salzano, un muratore di 56 anni di Casaluce (Caserta), che si è tolto la vita nel pomeriggio nella sua abitazione in via Vittorio Emanuele impiccandosi con un cavo elettrico. L’uomo era senza lavoro da sei mesi. Prima di compiere quel gesto disperato, ha lasciato un biglietto in cui chiedeva perdono ai familiari, la moglie, che lavora come Lsu al Comune di Casaluce, ed ai due figli. Una forte depressione causata dalla perdita del lavoro: questo il motivo che lo avrebbe spinto a farla finita, stando a quanto raccontano i familiari ai carabinieri. In realtà  La
mancanza di denaro, ancora più che le difficoltà economiche, la situazione economica infatti – ha raccontato la moglie ai carabinieri – non era disperata. In famiglia entrava il suo stipendio, e la casa era di proprietà. Inoltre, non sembra che il muratore avesse debiti né altre pendenze economiche. Circostanze confermate anche dal sindaco del paese del casertano, Nazzaro Pagano. “Stava vivendo uno stato di forte depressione, non sono sicuro che si sia tolto la vita perché colpito da problemi finanziari, non credo avesse debiti. Di certo era senza lavoro da qualche mese. Salzano era una bravissima persona, un gran lavoratore. Purtroppo – ha continuato il primo cittadino – le notizie sulla crisi che circolano possono indurre una persona debole a compiere gesti estremi. Nel nostro territorio – aggiunge il sindaco di Casaluce – si sta vivendo una situazione di estremo disagio a causa della forte disoccupazione: ogni giorno ricevo persone che mi vengono a chiedere 20-30 euro per pagare le bollette della luce. E’ il momento che il Governo intervenga: queste morti devono cessare”. “Il suicidio di Salzano rimbalza come una mazzata in una crisi che mai come in questo momento sta mettendo a durissima prova la resistenza delle persone – dice il segretario regionale della Fillea Cgil Giovanni Sannino – in provincia di Caserta si conta nel periodo 2010/2012, la perdita di poco meno di 2300 addetti, con una emorragia continua. La situazione è prossima al tracollo, e le uniche possibilità di lavoro sono quelle offerte dall’abusivismo e dal caporalato”. E il bollettino ormai quotidiano dei suicidi della crisi fa registrare oggi un’ altra morte, quella di un immigrato nordafricano di 45 anni, che si è ucciso lanciandosi nel vuoto nel casentino (Arezzo), dove viveva da anni con la famiglia, perché non riusciva più a pagare il mutuo della casa che aveva acquistato.

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