Al sud una donna su due è disoccupata

Disoccupazione record: un giovane su tre è senza lavoro

La disoccupazione ha raggiunto livelli record e 10 italiani su 10 sono preoccupati per il loro futuro lavorativo. Secondo i dati sulla disoccupazione forniti dall’Istat, nel quarto trimestre del 2011 il tasso è balzato al 9,6%, il dato più alto da 12 anni, dal quarto trimestre del 1999, quando il tasso di disoccupazione toccò il 10,5%. Nel solo mese di febbraio l’indice sale al 9,3%, in rialzo di 0,2 punti percentuali rispetto a gennaio e di 1,2 punti su base annua.

Drammatica è la situazione per i giovani. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a febbraio sale al 31,9%, un aumento di circa un punto percentuale rispetto a gennaio e di 4,1 punti su base annua. Ancora più difficile la condizione lavorative delle donne. Secondo i dati forniti dall’Istat il 49,2% delle giovani donne del Mezzogiorno è senza lavoro. In totale si sono  registrate 44mila donne occupate in meno rispetto a gennaio.

Italiani preoccupati. Che in Italia il lavoro sia al top tra le preoccupazioni degli italiani lo ha confermato anche un sondaggio della Ispo-Confesercenti, secondo il quale il 99 per cento della popolazione, praticamente tutti, è preoccupato dalle prospettive lavorative. L’osservatorio fotografa un’Italia sempre in affanno, con poche certezze e tante, tante paure: un quarto delle famiglie (il 25%) rivela di essere stata direttamente coinvolta dalla crisi, o per la perdita del posto di lavoro o per la messa in cassa integrazione di uno dei propri membri.

In Eurozona il tasso di disoccupazione sale al 10,8% a febbraio, il massimo da quasi 15 anni. A gennaio era al 10,7%. Nell’Ue a 27 la disoccupazione torna ai livelli di maggio-giugno 1997.

Protesta dei precari dell’Istat. Una quarantina di precari che lavorano presso l’istituto di statistica ha fatto una irruzione pacifica nella sala stampa dell’Istat per presentare un sorta di ‘contro comunicato’, intitolato ‘Precari: occupati o pre-disoccupati?’. I giovani fanno sapere che “l’Istat si avvale del contributo di 419 tra ricercatori, tecnologi e collaboratori tecnici a tempo determinato, assunti a seguito di una procedura concorsuale analoga a quella prevista per l’assunzione a tempo indeterminato”.

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