Dl Dignità, Boeri contro Di Maio: “Ha perso contatto con realtà”

Tito Boeri cala i jolly contro Luigi di Maio e Matteo Salvini. Contro il primo che l’ha accusato di gonfiare i numeri ‘non reali’ sul calo di occupazione. Al secondo manda a dire che se vuole le sue dimissioni deve richiederle ufficialmente. Nero su bianco. E poi potrebbero essere formalizzate le dimissioni.  Al centro dello scontro politico resta sempre il decreto dignità e le sue implicazioni politiche. Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in audizione nelle commissioni Finanze e Lavoro della Camera risponde per le rime ai due vice premier.

Calo disoccupazione già prevista. “Il numero di occupati era già stimato ed atteso dal ministero del Lavoro. Da parte dell’Inps non c’è alcuna valutazione politica e gli 8 mila posti di lavoro che si potrebbero perdere con l’approvazione del decreto rappresentano un dato ottimista. Il numero potrebbe gonfiarsi a dismisura”. E a Di Maio dice. “Affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico significa perdere sempre più contatto con la crosta terrestre”. Parole di fuoco che rischiano di inasprire,ancora di più, i rapporti tra Di Maio e Boeri. Perché, continua il numero uno dell’Inps, il capo del Movimento 5 Stelle dovrà, poi, spiegare ai suoi elettori che “la realtà è totalmente diversa”. Per Boeri, insomma, il Decreto Dignità, numeri alla mano, aumenterebbe la disoccupazione e non l’occupazione. Il contrario di quello voluto dal capo politico dei cinque stelle.

A Salvini: No a richiesta dimissioni on line. Ma non c’è solo la querelle con il ministro del lavoro sul numero di disoccupati che potrebbe aumentare con il Decreto Dignità, in virtù delle norme più restringenti legati ai contratti a tempo determinato. L’altra questione investe Matteo Salvini e le sua richiesta, indiretta, di lasciare la presidenza dell’Inps se non condivide le politiche del governo giallo verde. E al ministro dell’Interno dice: Non accetto le richieste di dimissioni on on line. “Se nelle sedi istituzionali opportune mi venisse chiesto di lasciare l’incarico anticipatamente perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo, ne trarrei immediatamente le conseguenze. Ciò che non posso neanche prendere in considerazione sono le richieste di dimissioni on line e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale”.

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