Dl Dignità, Di Maio-Tria: “Nessuna accusa al Mef. Ma troveremo la manina”

Continuano le polemiche sul decreto dignità dopo le stime della ragioneria dello Stato sul numero di posti di lavoro che potrebbero essere persi. Tanto che il ministro del Lavoro Lugi Di Maio ha parlato, nei giorni scorsi, del tentativo delle ‘lobby di tutti i tipi’ di contrastare il dl. Poi c’è stata la reazione del Mef che rimanda la palla nel campo politico. Fatto sta che per il vicepremier qualcuno deve aver manomesso i dati. E così si mette alla ricerca di quella ‘manina’, come scrive in un comunicato che porta la firma anche del ministro dell’Economia, Giovanni Tria.

“Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, non ha mai accusato né il ministero dell’Economia né la Ragioneria generale dello Stato di alcun intervento nella predisposizione della relazione tecnica al dl dignità”. “Certamente – si legge in una nota congiunta dei titolari del Mise e del Mef, Luigi Di Maio e Giovanni Tria – però, bisogna capire da dove provenga quella ‘manina’ che, si ribadisce, non va ricercata nell’ambito del Mef”.

Quanto alla relazione tecnica che accompagna il Decreto Dignità, “il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ritiene che le stime di fonte INPS sugli effetti delle disposizioni relative ai contratti di lavoro contenute nel decreto siano prive di basi scientifiche e in quanto tali discutibili”, scrivono i titolari dello Sviluppo economico e dell’Economia.

Dopo questa presa di posizione politica resta la caccia alla ‘manina’ che rischia di tramutarsi in una caccia alle streghe.

Non sono tanto le parole di Di Maio che promette di mettere sotto scorta il prossimo dl. Ma a preoccupare sono le parole che trapelano dallo stato maggiore del M5S che minacciano di fare pulizia nella Ragioneria dello Stato e al ministero dell’Economia. La “spuntata di notte” sugli 8000 posti in meno viene ritenuta un episodio “gravissimo”. Qualcuno avanza responsabilità di uomini vicini alla squadra dell’ex ministro Pd Padoan e così si punterebbe a “togliere dai posti chiave chi mira a ledere l’operato di governo e M5s”. Perché occorrono “persone di fiducia, non di vipere”. Insomma un vero e proprio spoil system in salsa romana.

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