‘Sul decreto dignità la firma ci sarà quando ci sarà la bollinatura del Mef’, dice interpellato in proposito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti precisando che per quanto riguarda invece gli adempimenti a carico di palazzo Chigi tutto é stato espletato. ‘Il decreto lo abbiamo spedito al Mef’, precisa.
In realtà a dieci giorni e più dall’approvazione del decreto Dignità da parte del governo, il testo del provvedimento, al di là delle bozze circolate, rimane un oggetto misterioso. La cosiddetta entrata in vigore, dunque, rimane in bilico: la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale non è avvenuta. Ma di sicuro sappiamo, secondo l’annuncio del ministro Luigi Di Maio, che il decreto sarà votato dall’aula della Camera il 24 luglio. Un annuncio destinato a mettere un freno proprio alle polemiche delle opposizioni sui ritardi dell’approdo in Parlamento del provvedimento.
Dal Quirinale hanno fatto sapere che non risultavano impedimenti o perplessità rispetto al testo. Ma comunque per la firma del Presidente della Repubblica era comunque indispensabile la cosiddetta ‘bollinatura’ da parte della Ragioneria generale dello Stato. Bollinatura che serve a certificare il rigore e la fondatezza delle coperture finanziarie del testo.