Dl Fiscale. Salvini a Di Maio: “Il governo non salta ma non passo per scemo”

Conte leggeva, Luigi scriveva se ha cambiato idea lo dica

A ventiquattro ore dal consiglio dei ministri chiarificatore su pace fiscale e condono si riaccende lo scontro lo Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Gli stati maggiori dei due partiti del governo gialloverde non si nascondono dietro le parole e vanno giù duri. A tratti sembra di assistere ad uno scambio verbale tra maggioranza ed opposizione piuttosto che tra due forze politiche che sostengono un esecutivo. Tanto che il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, da Bruxelles deve fare il pompiere per stemperare gli animi. Nel pomeriggio sarà a Roma per “affrontare e chiudere definitivamente i nodi ancora da sciogliere sul decreto fiscale”.

“Il confronto, che a tratti può essere anche acceso, tra le forze della maggioranza non intacca il buon lavoro che stiamo facendo”, scrive il premier su facebook.  “Andiamo avanti consapevoli della responsabilità che abbiamo – specie nei confronti dei cittadini – di non disperdere le nostre energie e di rimanere concentrati sugli obiettivi che vogliamo raggiungere per il bene del Paese”. “Guido un governo – conclude Conte – che ha finora dimostrato di saper fare squadra e sintesi e così continueremo a fare”. Una sintesi che fino ad ora proprio non si riesce a trovare perché le accuse, non tanto velate, del M5S nei confronti della Lega per aver cambiato il dl fiscale non sono cose da poco conto. Tanto che Matteo Salvini sembri lanciare un ultimatum all’alleato Luigi Di Maio.

“Io sentirò tutti, però inizio ad arrabbiarmi, perché in quel Consiglio dei ministri Conte leggeva e Di Maio scriveva. In quel Cdm un uomo indicato dai 5 stelle leggeva, ed è il presidente del Consiglio, e il leader dei 5 stelle scriveva, ed è Di Maio”. E questa prassi è stata seguita per l’intero documento, spiega Salvini parlando da Mezzocorona, in Trentino, nel tour elettorale per le provinciali. “Il documento oggetto di scandalo di cui alla Lega e a Salvini non frega nulla è stato letto dal presidente del Consiglio e verbalizzato dal ministro Di Maio”. “Se non hanno capito, se hanno cambiato idea, se hanno iniziato a litigare – ha ripetuto – è un problema loro. Non può essere il governo a risentire dei cambi di umore dei Cinquestelle o delle distrazioni dei 5 stelle. Noi siamo persone ragionevoli”. E poi l’affondo. “Se i 5 stelle hanno cambiato idea, basta dirlo. Se Fico è Di Maio hanno cambiato idea, basta dirlo, noi siamo qui. Se lo spread arriva a 350 perché questi litigano è un problema. Io domani vado a Roma, sereno, riscriviamo e rileggiamo tutto, però, ripeto, la verità è che in quel Consiglio dei ministri Conte leggeva e Di Maio scriveva”.

“Io non ho intenzione di fare un regalo al Pd, agli speculatori di Bruxelles, questo governo ha tutto il dovere di proseguire sulla via cambiamento” dice il vicepremier in una diretta fb garantendo sulla tenuta del governo. “Io non voglio far saltare nulla, spero che anche i Cinque Stelle vogliano proseguire con questa esperienza. Io sono a disposizione per andare avanti, con questo governo e questa alleanza” ma dico “patti chiari e amicizia lunga”. “Porto pazienza, credo in questo governo, credo in questa alleanza, però per scemo non passo”, avverte il vicepremier leghista.

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