Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri durante l'incontro a Palazzo Chigi con i sindacati CGIL CISL e UIL sulla prossima legge di Bilancio, Roma, 7 ottobre 2019. ANSA/FILIPPO ATTILI UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI

Dl fisco: evasione come Mafia, ci sarà la confisca

Il fisco procederà alla confisca di beni ‘per sproporzione’ nel caso di condanna penale per evasione di imposte sui redditi e Iva. E’ una delle norme prevista dalla bozza del decreto fiscale collegato alla manovra. La norma punta a colpire le organizzazioni criminali che fondano la propria capacità operativa sull’abilità di accumulare, occultare e reimpiegare proventi illeciti. La confisca, che di fatto estende le norme antimafia, scatta quando il condannato non può giustificare la provenienza dei fondi accumulati.

La stretta contro l’evasione fiscale, già nelle prime norme indicate nella bozza del decreto fiscale, potrebbe portare in dote alla manovra fino a 3,3 miliardi. Nel testo di molte misure c’è solo il titolo (ad esempio Imu-Tasi) o manca la quantificazione quindi si tratta di prime stime che potranno aumentare nella stesura definitiva del provvedimento. Al momento il recupero più consistente arriva dalle varie norme sulle compensazioni (circa 1,5 miliardi il primo anno) e dagli interventi contro le frodi sui carburanti (1,1-1,3 miliardi).

Vale quasi tre miliardi in tre anni la stretta sulle compensazioni in arrivo con il decreto fiscale collegato alla manovra. Lo prevede uno dei 51 articoli della bozza del decreto fiscale collegato alla manovra. La norma modifica i presupposti per compensare crediti e debiti d’imposta prevedendo la presentazione della dichiarazione per credito sopra i 5 mila euro l’anno e comunque l’obbligo di presentare un F24 tramite i servizi telematici delle Entrate. Il gettito previsto è di 1.084 milioni nel 2020, e 878 milioni nel 2021 e nel 2022.

Occhio del fisco sui ‘trust’ realizzati all’estero in territori a fiscalità privilegiata – i cosiddetti ‘paradisi fiscali’ – da beneficiari italiani. La norma, contenuta nella bozza del decreto fiscale collegato con la manovra, serve ad evitare smagliature elusive alle norme, in particolare nel caso in cui non sia possibile possibile distinguere come considerare le somme ricevute dal beneficiario per i cosiddetti trust ‘opachi’, nei quali il beneficiario riceve reddito o parte del reddito per una scelta discrezionale del trustee (il gestore del trust).

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